Articolo 3 su 6 del fascicolo Policies 2.0

Vi sono alcune regole d’oro che un partito Outsider deve necessariamente seguire per (1) per rafforzare la propria posizione, e riuscire a mantenere le posizioni istituzionali conseguite nonostante i tentativi di estromissione da parte dei “poteri forti; (2) realizzare programmi che non vengano poi smantellati dalle stesse forze politiche. [vedi parte 1, “Perchè la necessità di Policies 2.0”]..

1 sviluppare sempre azioni dal basso: per poter resistere agli attacchi dei poteri forti (Magistratura, Media, ecc …) è necessario “giocare” su un terreno diverso da quello della Politica attuale. E’ cioè necessario sviluppare una Politica 2.0, nella quale si consegna il potere istituzionale nelle mani dei cittadini: si tratta di approfittare della posizione di potere per creare una struttura di Politica partecipata “parallela”.

Si deve inoltre tener conto che in assenza di uno sviluppo di politiche realmente partecipate, tradendo i propri principi fondanti si perde il consenso dell’elettorato.

.

2 ♦ creare soluzioni innovative di reale partecipazione (Government, Amministrazione, Burocrazia, Aziende pubbliche, ecc …): a tutt’oggi non esistono affatto soluzioni di tale genere, e senza di esse si possono sviluppare unicamente le strategie tipiche della attuale politica dei partiti (le quali, oltretutto, non permettono di creare nella cittadinanza una coscienza della partecipazione, e quindi tendono l’elettorato in una condizione di inconsapevole dipendenza nei confronti della propaganda dell’establishment).

.

3sviluppare di una comunicazione sostanziale che permetta creare una efficace opposizione nei confronti della attuale comunicazione mediatica: incensatoria dei programmi della “Politica dei partiti”; e denigratoria di tutto ciò che può significare un reale cambiamento. Si tratta cioè di sviluppare canali in grado di spiegare in modo efficace ai cittadini: la necessità di cambiare, e il significato dei nuovi programmi; e di controbattere, punto per punto, con costanza, le critiche retoriche dei poteri istituzionali.

Si tenga conto che per un partito outsider è necessario guadagnare credibilità presso l’elettorato che in molti casi lo ha votato – senza una grande cognizione di causa – nella speranza di un cambiamento. Si tratta di sviluppare:

a. comunicazione attraverso canali interattivi come Web radio (che può essere già dall’inizio anche, parzialmente, una Web TV). E, tra le altre cose, un piccolo editore di instant-book (ad esempio di PDF stampabili) con i quali spiegare eventi in un linguaggio divulgativo.

b. interazione continua con la cittadinanza (quando non è possibile averla su un piano di effettiva partecipazione al government) attraverso sondaggi (che devono essere in qualche modo riconosciuti come autorevoli). Ciò affinché le azioni del Movimento non siano percepite come calate dall’alto.

.

4 ♦  necessità di creare , per dare maggior solidità al Movimento,

a. una “rete nazionale” di “mutuo-soccorso” nella quale si sviluppino specifici cultura politica e programmi innovativi di government ed amministrazione delle PA. Un organismo che sia una istituzione di formazione, un ente di consulenza “politica”, un fornitore di supporto legale; ed anche un incubatore e facilitatore di iniziative di Democrazia partecipata.

b. liason internazionali con una rete di movimenti, partiti ed associazioni che condividono l’idea della necessità di realizzare una Democrazia partecipata o diretta.

c. un Think tank su scala internazionale che produca una cultura la quale faciliti il processo di effettiva la riforma della democrazia europea. E che permetta di comunicare in modo più efficace le ragioni del cambiamento sviluppato.

Series Navigation<< .Policies 2.0 <1>: perchè Policies 2.0?.Policies 2.0 <3>: strategie per la Partecipazione >>