Articolo 5 su 5 del fascicolo Strategie di Partecipazione

 

i modelli APPLICATI
(una riflessione)

FEDERALISM 2.0:
the new model of Participatory Democracy

In questo documento si tratta di un nuovo modello di Federalismo, non tanto perchè esso si basi su formule nuove, alternative a quelle della Democrazia Federalista (i Principi di base della Democrazia sono sempre quelli originari: in realtà è la Democrazia attuale ad essere “alternativa”, poiché in essa  non sono più applicati i suoi principi di base). Alternativa, nel presente progetto, è la strada da seguire per realizzare una reale forma di Federalismo.

Approfondiamo qui gli aspetti più pratici di una nuova forma di Federalismo illustrata in un capitolo precedente.

le nuove opportunità per il Federalismo

Negli ultimi due decenni, dopo più di due millenni dalla nascita della Democrazia, sono emerse nuove condizioni oggettive che rappresentano una importante opportunità di definire finalmente una strada alternativa alla Democrazia.

Tali condizioni sono:

  • una crisi che ha messo in luce l’endemicità dei problemi della Democrazia moderna (acuita dalla crisi dell’Ambiente, che ha ormai chiarito, nella mente delle persone, che non è più possibile procedere sulla strada attuale). La crisi costringe cioè  le persone a fare “lo sforzo” in più per cambiare convinzioni e sistemi radicati da un paio di secoli

  • nuove tecnologie che offrono finalmente la possibilità di adottare i Principi della partecipazione reale del Cittadino in ambiti più vasti di quelli della Polis per il quale la Democrazia è nata (in  questi secoli l’applicazione della Democrazia ai centri urbani, o peggio alle Nazioni, è stata una pura utopia: ci si è sempre basati infatti sulle teorie prodotte dalle Utopie: le Ideologie sociali).

Questi due elementi sono di importanza determinante per la definizione di un reale Federalismo, poiché permettono di affrontare le seguenti questioni:

  •  il Federalismo non può essere “concesso” dall’alto (non può esserlo per la sua stessa natura: si tratta sostanzialmente di un sistema che garantisce la Libertà dell’individuo, e quindi può solo essere attribuito, ovvero definito nelle regole di funzionamento,  dall’individuo a se stesso). E,

  •  le Istituzioni attuali, che hanno raggiunto elevati livelli di privilegi, difendono con ogni mezzo l’attuale forma di Democrazia centralizzata rendendo impossibile qualsiasi riforma della Democrazia in direzione di un reale Federalismo.

Quindi, da un lato, la crisi del Sistema sociale occidentale rende inderogabile una riforma sostanziale dell’attuale Sistema democratico rappresentativo.

Nei confronti della crisi, ormai,  anche gli esperti si sono arresi, ed ora vivono nella “speranza” che prima o poi le cose si aggiustino da sole. E le persone, afflitte da problemi sempre più gravi – povertà, insicurezza sociale, una nuova guerra fredda potenzialmente più devastante di quella precedente, ecc … – non ne possono più, e da tempo hanno cominciato a perdere interesse per la Politica, ed ora, con fenomeni come il movimento di Grillo – che, pur essendo genuino nel coinvolgimento delle persone in chiave anti-politica, è in realtà è comunque gestito dalla politica istituzionale -, o il Tea Party).

E dall’altro lato le enormi potenzialità offerte dalle emergenti Tecnologie di comunicazione interattiva, potenzialità che le persone intuiscono prendendo contatto con esse nelle attuali modalità “frivole” (il Web di Facebook, Twittle, ecc … – e gli Smartphone, l’iPad, le Webcam, ecc ..), rendono possibile una riforma della Democrazia occidentale in direzione di una reale partecipazione dei Cittadini (con lo sviluppo di un reale Web 2.0 oggi ancora non in una fase matura).

Gli esperimenti effettuati in più parti del mondo stanno fornendo dei risultati molto interessanti, permettendo di comprendere come esse potranno dare presto la possibilità ai cittadini di informarsi in modo corretto, di dibattere in modo efficace le loro idee, e di riunirsi in gruppi per portare avanti le loro istanze: potendo in questo modo produrre finalmente azioni di Government, seppure indirette, attraverso una una forte pressione sulle Istituzioni.  

Si tratta appunto, di opportunità che permetteranno, nel prossimo futuro, di intraprendere una riforma dal basso dell’attuale Democrazia occidentale (l’attuale auspicata Riforma concessa dalle Istituzioni centrali non è che un miraggio, utilizzata dalla Politica istituzionale per prendere tempo).

le modalità da seguire per ripristinare la reale Democrazia

Come sosteneva Dewey, Democrazia non significa solo diritto di voto, ma anche esistenza di una reale Pubblica opinione.

Quest’ultima, a causa della condizione di Egemonia culturale prodotta oggi dalle Ideologie sociali (e dalla “Cultura di Mercato”), è completamente assente nell’attuale contesto della Democrazia occidentale.

Ma oltre la pubblica opinione (ovvero “il Cittadino informato”, condizione indispensabile perchè le persone possano agire in modo democraticamente corretto),  oggi manca anche un altro elemento fondamentale della Democrazia: la possibilità per il Cittadino di esprimere la sua volontà (indispensabile, appunto, al Cittadino per far funzionare la Democrazia, ricoprendo il ruolo “sovrano” che gli compete).

In altre parole

oggi, oltre ad un Sistema di informazione realmente efficace, MANCA UNA STRUTTURA DI GOVERNMENT CHE PERMETTA ALLE PERSONE DI PARTECIPARE, ATTRAVERSO L’ESPRESSIONE DELLA PROPRIA VOLONTÀ

per ciò che riguarda le attività politiche (“opinione” è un termine fuorviante, il quale implica al massimo un potere consultivo, e non deliberativo: in realtà in Democrazia il Cittadino deve poter esprimere la sua Volontà).

Una reale riforma dell’attuale sistema Democratico deve quindi prevedere non tanto alcune innovazioni come quelle riunite oggi sotto il nome di Federalismo, ma sopratutto l’istituzione di una struttura di Government dal basso che possa permettere ai Cittadini, nella fase di sviluppo della nuova tipologia di Democrazia  di partecipare (in “real time”) alle gestione dell’amministrazione della Cosa pubblica (la stessa Struttura è indispensabile, già dalle prime fasi: uno sviluppo del progetto che non provenga dal basso sarebbe sempre e comunque una soluzione “concessa” dalle attuali Istituzioni, e quindi falsamente Federalista).

Dello sviluppo di questo sistema si occupa appunto il presente progetto.

un sistema di transizione,
che affianchi le strutture istituzionali attuali

la necessità di focalizzare l’attenzione
sulla democraticità delle azioni da intraprendere

Nel percorso di riforma di una Democrazia occidentale, che si è allontanata dalla traccia definita in origine così tanto da essere divenuta ingestibile anche per gli quegli stessi “professionisti della politica” che, nel tempo, hanno sostituito i Cittadini nell’esercizio della funzione di sovranità, è necessario focalizzare l’attenzione sulle qualità democratiche del Sistema (ovvero, appunto, sul ruolo di Sovranità del cittadino).

In altre parole è necessario fare attenzione che vengano rigorosamente applicati i principi di base della Democrazia anche nella fondazione del nuovo Sistema, e non solo nella definizione delle regole specifiche.

Come si è detto, non è pensabile fare, come invece si è fatto finora nell’impostazione della Democrazia occidentale (seguendo la traccia delle Ideologie sociali): porre le fondamenta del nuovo Sistema democratico per mano di poche persone illuminate (così si è fatto, ad esempio, per la Costituzione italiana), nè definire delle regole specifiche in una condizione temporanea “sospensione” della partecipazione dei Cittadini (come si sta facendo per nell’attuale percorso di Riforme attraverso il Parlamento).

Il principio di base è quindi sostanzialmente:

 devono essere i Cittadini a definire,
con l’unico processo razionale a disposizione,
fatto di tentativi, e di correzione degli errori,
la configurazione della nuova forma di Democrazia.

Non si tratta di una vuota questione di principio: i Cittadini sono gli unici che possono sapere cosa fare per se stessi, poiché solo essi possono avere la percezione di quali sono i loro veri bisogni (la soddisfazione di tali bisogni è il Fine ultimo della Democrazia). Ciò è valido sopratutto in un momento in cui la realtà si evolve in modo rapido (si rivela continuamente in modo nuovo), e quindi nel quale le teorie valide sino a pochi anni prima divengono  improvvisamente obsolete (e in cui gli “esperti” in ogni caso brancolano nel buio).

Si ricorda ancora una volta che nel presente progetto si rifugge l’idea “del Fine giustifica i mezzi” (utilizzato oggi): il Fine può essere ottenuto se si mantiene una costante osservazione dei Principi del sistema: allontanarsi da tali principi (sospendendoli, come si fa oggi) per “cause di forza maggiore”  non porta che alla generazione di circoli viziosi che fanno degenerare un sistema così costruito.

Sostanzialmente, la questione risiede nel fatto che solo i Cittadini possono sapere quali sono  le reali, e “sottili”, qualità di quella loro Libertà che il Sistema deve tutelare. E quindi nel fatto che solo essi possono verificare in modo sostanzialmente corretto, passo per passo, i risultati delle riforme effettuate (e di conseguenza correggere gli errori prodotti in precedenza).

In altre parole il Sistema che va messo in piedi deve essere “evolutivo” (ossia in grado di evolversi, essendo la Civiltà dell’uomo in continua evoluzione: le regole definite a priori bloccano l’evoluzione dell’uomo).

Ovvero non si può definire un percorso di riforma che si basi su di una “ricetta” definita a priori (come si sta cercando di fare ora), poiché essa mancherebbe sia della qualità di aderenza ai reali bisogni della gente, sia della qualità di evolutività necessaria in fasi di cambiamento come quella attuale.

Si tratta quindi, in primo luogo, di mettere a punto un “sistema evolutivo”: ovvero un “laboratorio” (con regole inizialmente “neutre”, poiché quelle specifiche verranno definite in un secondo tempo dai Cittadini) che permetta ai Cittadini di sperimentare in prima persona nuove (ma in gran parte “tradizionali”)  ipotesi di organizzazione della Società.

I problemi da risolvere sono in primo luogo “problemi di vita” dei Cittadini: solo in un secondo momento, quando si sarà realmente compreso quali sono questi problemi (dal punto di vista umano, e non da quello economico), e quindi quali sono le caratteristiche dell’esistenza umana che vanno ricuperate, si potrà passare ad una definizione più specifica della struttura di un sistema di Democrazia partecipativa.

Ricordiamo che le teorie che indicano la necessità di avere degli esperti che si occupano dei Cittadini perchè quest’ultimi non sarebbero in grado di occuparsi della gestione delle cose pubbliche, non tengono conto che il “Sistema democrazia” è stato concepito dall’uomo proprio per risolvere questo problema di iniziale inconsapevolezza.

Ovvero non tengono conto del gatto che il sistema Democratico nasce proprio per permettere all’uomo di evolvere la sua Società traendo profitto dai propri errori: e che quindi gli errori sono semplicemente una componente imprescindibile del processo di sviluppo di una Democrazia. La creazione dall’alto delle regole del sistema, anche ammesso che siano definite da persone “perfette”, impedirebbe ai Cittadini di prendere coscienza del loro ruolo sociale, e quindi poterebbe in ogni caso ad avere una Democrazia fatta di Cittadini inconsapevoli, e quindi ad una condizione di caos.

la necessità di mettere a punto un sistema realmente efficace

Nel percorso di riforma del sistema democratico attuale è necessario inoltre tener conto del di un fattore determinate: la riforma della Democrazia non è affatto favorita dal Sistema attuale che, anzi, tende ad ostacolarla.

Per questa ragione è necessario che il Sistema di riforme dal basso che si mette a punto possa permettere in primo luogo ai Cittadini di migliorare pian piano la loro consapevolezza rispetto alla condizione delle attuali strutture della Democrazia (a proposito della gestione amministrativa, della burocrazia, della amministrazione della Legge, ecc …).

Si tratta di una precondizione necessaria affinchè possa avvenire un processo di Riforma dal basso, poiché solo in questo modo si può ottenere la forte partecipazione di gran parte dei Cittadini necessaria per dare al processo di riforma una energia sufficiente a permettergli di superare le resistenze opposte oggi dai vari “poteri” della Democrazia: Istituzioni politiche, Magistratura, Burocrazia, ecc …

Un Sistema che possa permette di riformare sostanzialmente la Democrazia deve, per questa ragione, essere in primo luogo sostanzialmente:

  •  legittimo: per poter avere l’autorevolezza necessaria a contrastare le resistenze delle Istituzioni.

  •  pervasivo: per poter generare, coinvolgendo un gran numero di Cittadini, una effettiva forza di pressione da parte dell’Opinione pubblica.

Tale Sistema deve essere, appunto, concepito come un sistema “di transizione”, che permetta in un primo tempo ai Cittadini di affiancarsi alle istituzioni nel Government (con la dovuta legittimità, e con la dovuta forza di pressione) per:

  •  co-gestire, nei casi previsti dalla legge, le Istituzioni attuali

  •  bypassare i canali istituzionali attuali quando questi pongano resistenze alle legittime richieste dei Cittadini

A transition model: Advocacy Democracy (how to govern “in parallel”)

Il presente progetto prevede quindi, in una prima fase di sviluppo del processo di riforme, l’istituzione di “strutture parallele” di Government, basate sulla possibilità di fornire una partecipazione “di fatto” dei Cittadini all’attività di governo delle cosa pubblica, grazie alla forza attribuita loro da una incontestabile Legittimità (autorevolezza di fatto nei confronti delle Istituzioni) e di Pervasività (o Popolarità) delle azioni intraprese.

Le qualità di queste Istituzioni “in parallelo”, grazie al loro “Potere di fatto”, permettono innanzitutto ai Cittadini di controllare in modo approfondito l’attività delle Istituzioni, e di effettuare quindi  una forte pressione su di esse affinchè modifichino i loro atteggiamenti.

La pressione esercitata da queste Istituzioni parallele, supportate da una forte partecipazione popolare, non può essere ignorata, né tantomeno osteggiata, dalla Istituzioni ufficiali: di fatto  queste Istituzioni parallele si rivelano essere, in Democrazia, una forma di Government effettiva poiché si basano sulla forma di potere “più legittima” di tutte le altre: l’esercizio dell’espressione dell’opinione dei Cittadini (come si è detto, i Politici che non tengano conto di questa espressione vengono poi fortemente penalizzati al momento delle Elezioni).

Grazie ad un Sistema di questo tipo i “Cittadini realmente informati” sulle questioni che li riguardano, e consapevoli delle loro potenzialità di azione, possono (con i nuovi strumenti messi a disposizione) non solo correggere le decisioni prese dalle Istituzioni attuali; ma possono anche arrivare al punto di neutralizzarle totalmente.

Ad esempio, il sistema di Open Information qui definito permette di portare alla luce l’illegittimità dell’uso del potere da parte delle istituzioni come la Magistratura (la quale oggi blocca qualsiasi tentativo di transizione verso una Democrazia partecipativa, interpretando le leggi in modo soggettivo): Cittadini decisamente consapevoli di cosa sta accadendo, e dotati di strumenti di comunicazione molto potenti (forniti dal Sistema), possono impedire ai Magistrati di continuare ad utilizzare abusivamente i loro poteri (in realtà i più importanti “Magistrati militanti”, portando i Cittadini, nella nuova realtà, alla luce gli abusi di cui essi sono stati protagonisti nella loro carriera, sarebbero come minimo costretti a dimettersi).

Il nuovo sistema può raggiungere un livello di legittimità e di forza da permettere ai cittadini di  portare ad un graduale rovesciamento delle Istituzioni attuali (una “rivoluzione morbida”, una restaurazione della Democrazia reale condotta sempre rigorosamente nel rispetto dei principi della Democrazia).

 Un modello di questo tipo sta emergendo ed è definito Advocacy Democracy.

QUALI SONO I PROBLEMI
SPECIFICI DA RISOLVERE ?

Quali sono quindi, sostanzialmente,  i problemi specifici da risolvere ?

Al di la del problema della mancata applicazione dei suoi Principi fondamentali, i problemi specifici più significativi  del Sistema della Democrazia occidentale sembrano attualmente essere due:

  • una crisi endemica della impostazione della Democrazia europea, che produce gravi ripercussioni a livello economico, di sicurezza, caos di Istituzioni ed infrastrutture, e di pace con le nazioni dell’Oriente ideologizzato (paesi post-comunisti ed Islamici). Una crisi che essendo, appunto, endemica, non può essere risolta con gli strumenti del sistema stesso.

  • una condizione di stallo della Democrazia  provocata dalla Sinistra che non volendo abbandonare la via del Welfare “social-democratico” (ma più probabilmente per questioni di privilegio personale dei politici di quella area) blocca qualsiasi tentativo di riforma della Sistema occidentale in direzione di una maggior democraticità liberale (fenomeno verificatosi inizialmente in Italia, e successivamente “internazionalizzatosi” coinvolgendo altre nazioni come la Spagna e gli USA di Obama).

Per definire un percorso di riforme dell’attuale Sistema democratico non si può prescindere dall’affrontare seriamente questi due fattori.

E’ necessario in primo luogo affrontare la questione dell’endemicità del problema della Democrazia rappresentativa: tale sistema è intrinsecamente fallimentare, e non può quindi essere rimesso in sesto con cambiamenti che non siano ristrutturazioni dalle sue fondamenta. Ovvero le riforme devono andare a toccare, riportandola ad una condizione di reale democraticità, l’essenza del sistema stesso (il che significa che è necessario creare reali condizioni di partecipatività che permettano di abbandonare l’attuale forma di Democrazia rappresentativa).

Ciò vale, appunto,  anche per la questione della “Resistenza” ai cambiamenti posta in dalle forze politiche “istituzionali”, che non può, in questa fase storica, essere bypassato in alcun modo (come invece pensano ingenuamente di poter fare i Politici di Destra) – ricordando, a questo proposito, che l’unica via alla riforma è una via essenzialmente democratica, “soft” (altrimenti, adottando il sistema della Sinistra, del “fine giustifica i mezzi”, si aggiungerebbe danno al danno).

L’aspetto positivo della attuale situazione è che, come si è detto e come vedremo meglio in seguito, la profonda criticità della situazione attuale e la resistenza della Sinistra  divengono opportunità per riformare la Democrazia: la Crisi ha messo in luce la necessità l’incapacità della Democrazia moderna di risolvere, al suo interno, i problemi da essa stessa creati (ciò vale anche per il Mercato). Così come l’ostruzione ad oltranza da parte della Sinistra ha portato allo scoperto la sua impostazione sostanzialmente totalitaria (rende più semplice dimostrare l’illegittimità della sua azione).

gli strumenti fondamentali
per avviare la “rivoluzione dal basso”

Nella  situazione attuale vi sono cioè le condizioni per una “rivoluzione dal basso” (o meglio, di contro-rivoluzione, di “restaurazione”) spontanea (e “morbida”).

Si tratta semplicemente, a questo punto, di fornire ai Cittadini gli strumenti “neutri” adatti (privi di contenuti ideologici):

  • un sistema di Informazione trasparente (e di Dibattito aperto): una precondizione per poter avviare un processo di riforme è l’esistenza di un “Cittadino informato”, ovvero di persone consapevoli della criticità della situazione attuale, e della necessità di cambiare in modo radicale il sistema. E quindi di strumenti che permettano ai Cittadini di cogliere il significato (nei suoi aspetti specifici) della attuale Crisi, e delle azioni prodotte dalla Sinistra (con il supporto di una reale informazione, ogni forma di comunicazione e di azione della Sinistra diviene un autogol: una contro-propaganda); e quindi di informarsi sulle reali alternative oggi disponibili.

  • un sistema di “governo dal basso” (inizialmente un “sistema indipendente” rispetto alle Istituzioni) attraverso il quale i Cittadini possano cominciare ad organizzarsi per partecipare alla gestione politico-amministrativa della loro comunità (potendo così cominciare a comprendere non solo come affrontare i gravi problemi specifici che affliggono la loro esistenza, ma anche cominciare a prendere confidenza con i meccanismi di funzionamento della democrazia – per poter successivamente gestire più direttamente i Poteri istituzionali).

Una criticità particolarmente significativa della attuale situazione è la mancanza di consapevolezza da parte del Cittadino sia dei meccanismi di gestione politico/amministrativa delle questioni sociali, sia delle sue effettive potenzialità che l’Istituto democratico gli conferisce. Si tratta di consapevolezza che le persone possono sviluppare solo attraverso un percorso esperienziale (non è possibile proporre una soluzione preconfezionata).

Si prevede quindi un un percorso “di transizione” graduale; ovvero prevede un intervento suddiviso in due fasi di sviluppo:

  •  la prima fase nella quale i Cittadini hanno a disposizione una infrastruttura “parallela” a quella istituzionale (sostanzialmente basata su canali di Tecnologie di comunicazione interattiva come Internet, nella modalità iPad)  nella quale i essi possano cominciare ad informarsi in modo pluralistico, a dibattere le loro idee e ad organizzarsi in “Associazioni di Cittadini” per portare avanti le loro istanze. E contemporaneamente a neutralizzare la “Resistenza” della Sinistra (in due tipi di strategie si integrano l’un l’altro).

  •  la seconda fase nella quale viene sviluppata invece una forma di partecipazione diretta del Cittadino alla gestione politico-amministrativa del territorio, attraverso nuovi strumenti di Democrazia partecipativa che sostituiscano quelli attuali (non vi è in realtà una gran differenza tra gli strumenti definiti nelle due fasi: i secondi non sono che una evoluzione dei primi).

LE OPPORTUNITÀ OFFERTE
DALLE NUOVE TECNOLOGIE

(il presente capitolo è sviluppato in base alle personali competenze ed esperienze in qualità di Consulente per l’innovazione)

Il problema attuale è quindi, in sintesi, quello di una impostazione del sistema di Democrazia rappresentativa che produce un circolo vizioso nel quale aumentano continuamente i costi, e diminuisce la qualità della vita. E che, contemporaneamente, applica una forte “resistenza” a qualsiasi tipo di riforma sostanziale.

Per questa ragione è necessario facendo innanzitutto in modo che i Cittadini possano gradualmente comprendere non solo la gravità della situazione (e in primis il fatto che le attuali Istituzioni non possono essere riformate al loro interno, ovvero che gli attuali tentativi di riforma  sono comunque destinati a fallire), ma soprattutto il loro ruolo fondamentale in reale percorso di riforme: i Cittadini devono prendere in mano la situazione ed essere i protagonisti del processo di riforme.

Lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione interattiva permette oggi di fornire ai Cittadini strumenti che possono supportare i due processi necessari oggi:

  •  raggiungimento della consapevolezza da parte dei Cittadini dei problemi da risolvere [strumenti di Open Information], e

  •  gestione della Cosa pubblica direttamente da parte dei cittadini (in una prima fase utilizzati più che altro per prendere confidenza con i meccanismi di amministrazione del territorio) [strumenti di eGovernment]

Nel presente progetto vengono appunto definite due infrastrutture, integrate in un unica piattaforma, dedicate a questo scopo.

Il settore tecnologico della Comunicazione interattiva ha sviluppato, negli ultimi anni, le seguenti qualità fondamentali:

  • le tecnologie di base (hardware e strumenti per lo sviluppo del software) sono gestibili oggi totalmente “dal basso” (con competenze di basso livello) e sono accessibili a costi molto bassi. E le soluzioni (che integrano tali software ed hardware) possono essere facilmente gestite (e personalizzate) da parte degli Utenti finali stessi (tali soluzioni integrano varie Tecnologie “consumer”,  come Internet la larga banda e Wireless,  Smartphone, ambienti di sviluppo software Open Source, Web cam, sistemi operativi di nuova generazione come quello dell’iPad, facilmente utilizzabili anche da persone che non sono in grado di utilizzare i PC,).

  • le soluzioni che verranno sviluppate nel prossimo futuro in questo nuovo contesto saranno estremamente più “potenti” rispetto a quelle attuali (in primo luogo come “valore d’uso” per gli utenti).

E’ quindi possibile oggi sviluppare strumenti di Informazione e di Government totalmente nuovi che, permettendo ai Cittadini di ottenere (e produrre) una informazione molto più efficace, e di attivare nuove forme di relazione tra le persone e con le istituzioni, possono divenire la base per la fondazione di una Democrazia 2.0 (oggi si cui si vedono alcuni esempi di queste applicazioni, seppur parziali, effettivamente funzionanti – il presente Progetto propone una ulteriore evoluzione di tali applicazioni).

l’assenza di una reale innovazione sul Mercato

A tutt’oggi non è facile rendersi conto della potenzialità di tali tecnologie poiché esse sono state fino ad ora utilizzate per creare strumenti “ingenui” (non funzionali alle reali esigenze delle persone, ma funzionali alle regole del mercato attuale; ovvero portatrici di Valori effimeri, legati all’immagine più che alla sostanza).

Ciò è dovuto al fatto che:  

  • il Mercato tenta, legittimamente, di piegare le tecnologie potenzialmente molto innovative ai suoi principi: ovvero a modelli tipici delle generazioni precedenti. Si ottengono così prodotti “decadenti”,  che non sono in grado di sviluppare le potenziali innovatività delle tecnologie utilizzate (dal punto di vista della funzionalità tali prodotti finali nascono già obsoleti – sono venduti solo grazie ad abili operazioni di Marketing, ma non apportano nessun reale miglioramento della vita degli utenti)  

  • il pubblico non è ancora consapevole delle potenzialità delle nuove tecnologie, e non esiste quindi una richiesta di innovazione da parte della “Domanda”. E’ un problema ricorrente per il Mercato: ogni volta che esce una nuova tecnologie, non si sa bene per quale scopo possa essere utilizzata. Un esempio significativo è quello del telefono, il quale, alla sua nascita appariva come una tecnologia dalle enormi potenzialità, ma non si sapeva in quale direzione svilupparlo: le prime indicazioni, provenienti da indagini di mercato (che, appunto, non servono a nulla nel caso di tecnologie innovative), avevano fatto credere che il suo utilizzo migliore fosse quello della diffusione di trasmissioni radiofoniche via cavo (quale spreco di potenzialità!).

Gli attuali prodotti (come Facebook) sono appunto prodotti che utilizzano nuove tecnologie in un tipo di progettazione che adotta principi e valori obsoleti.

Questo approccio determina una assenza di reale Innovazione sul mercato: innovazione è produzione di nuove funzionalità dei prodotti finalizzate ad una soddisfazione di reali bisogni degli utenti che in precedenza non potevano essere soddisfatti. Oggi invece l’innovazione è “venduta” unicamente come valore in sé (ovvero come prova da parte del produttore di essere all’avanguardia nella ricerca tecnologica).

Ciò è dovuto, appunto, al fatto che il Mercato utilizza una forma mentis superata per mettere a punto nuove applicazioni. Cosa che avviene perchè:

  • il mercato è abituato a vedere prodotti “inutili” grazie alle sofisticate forme di “comunicazione” (non solo pubblicità tradizionale, ma anche attraverso, ad esempio, “informazione giornalistica”). Le Aziende non sentono quindi affatto la necessità di sfruttare il valore potenziale delle nuove tecnologie poiché non ne hanno bisogno: esse sono abituate a vendere comunque i loro prodotti a prescindere dalle loro qualità intrinseche (l’unico tipo di valore che si attribuisce alle nuove tecnologie è, per l’utente finale, quello effimero: della “spettacolarità” o del prestigio che garantisce il possederlo).

  • anche volessero creare reale Valore con le nuove tecnologie (ossia creare funzioni realmente utili per gli utenti),  le Aziende non hanno più a disposizione “progettisti” per farlo poiché negli ultimi decenni la progettazione è stata praticamente accantonata per lasciare spazio al marketing (oggi il prodotto non ha più bisogno di essere “ben progettato”, poiché viene in ogni caso venduto grazie ad abili strategie di marketing). In altre parole sul Mercato si è praticata una selezione in sfavore delle menti che si occupavano della sostanza del prodotto, ed ora non sono più disponibili “risorse umane” in grado di concepire prodotti realmente innovativi.

Le risorse umane in grado di sviluppare reale valore del prodotto sono oggi gli User: se ne sta accorgendo il Mercato che in realtà, con la crisi, non sta più vendendo. E cerca di correre ai ripari coinvolgendo gli utenti nella definizione dei nuovi prodotti.

Quindi oggi i prodotti sono già obsoleti quando appaiono sul mercato, perchè le Aziende non solo non sono in grado di produrre reale innovazione (due eccezioni sono Apple e Google: ma essi si occupano unicamente dei “sistemi operativi” e non direttamente dei prodotti finali).

E così non vengono sfruttate le enormi potenzialità contenute nelle nuove tecnologie: i prodotti sono estremamente “ingenui” nella loro progettazione. Ciò vale anche per l’ambito più “innovativo” del momento: il Web 2.0.

Questo approccio alle nuove tecnologie può essere definito decadente (ovvero con le qualità tipiche di un’età di transizione): nella definizione del prodotto si applica a nuove tecnologie una mentalità ormai superata (uno degli esempi più chiari è, probabilmente, quello del Cinema, che inizialmente riprendeva gli schemi del teatro; o della televisione che era utilizzata per produrre in modalità “visuale” i precedenti programmi della radio).

Il migliore (o meglio, il peggiore) di questi esempi, nel mondo del Web 2.0, è Facebook: un prodotto privo già in origine di progettazione. Esso nasce infatti da un puro caso; per una goliardata del suo inventore, che ha pubblicato un elenco di foto di donne sul Web, senza nessuna idea specifica (solo per fare un dispetto), e si è ritrovato ad avere immediatamente migliaia di utenti – tutto il contrario di una “progettazione di prodotto”, nella quale si definisce a priori, come minimo, uno scopo (fosse anche lo scopo di guadagnare dei soldi, o di avere degli utenti: in questo caso il dispetto verso un’altra persona era l’unico scopo).

Oggi Facebook prospera grazie ad un meccanismo di dipendenza nel quale coinvolge gli utenti (esso ha trasformato il modello del Social Network da servizio per migliorare la vita sociale dell’uomo nel gioco effimero tipico della TV di questi tempi, come X Factor). Ossia in una gara a chi si fa più “amici” (che sono in realtà persone sconosciute!), e ad un luogo su cui le persone possono sviluppare al meglio il loro narcisismo (si veda cose gli utenti scrivono sulle loro pagine più volte al giorno).

Quindi anche il Social Network di maggior successo va in direzione contraria all’innovazione, ed invece di aiutare le persone ad organizzarsi per migliorare la loro esistenza, cerca di portarle in una dimensione di sempre maggior illusione per poter meglio “vendere” i suoi servizi. Ossia i proprietari di Facebook non pensano minimamente ad utilizzare le reale possibilità offerte dalla tecnologia che essi utilizzano, ma utilizzano in questo contesto potenzialmente altamente innovativo gli stessi modelli di prodotto di un media molto più “povero”, la TV.

Proprio a causa di questo sviluppo Facebook in base a modelli decadenti (sono disponibili solo funzioni “frivole”), i tentativi da parte di Cittadini alla ricerca della possibilità di soddisfare gli attuali bisogni primari per quanto riguarda la comunicazione sociale producono risultati altamente insoddisfacenti.

Mentre, come dimostrano alcuni esperimenti di relativo successo, Facebook, con una semplice di riprogettazione nel quale venisse applicato in minimo di intelligenza progettuale, potrebbe divenire un reale, ottimo Social network.

Bisogna però riconoscere che in una configurazione evoluta, realmente innovativa, nell’attuale mondo nel quale il pubblico richiede in primo luogo la distrazione come fuga dalla realtà effettiva, Facebook avrebbe un successo molto minore.

Ma in una nuova realtà nella quale, ci si auspica, gli utenti, oppressi dalle condizioni di vita prodotte dalla crisi attuale, le quali portano le persone a recuperare parte delle loro coscienze ora intrappolate dalla Grande illusione, cominceranno a cercare reali soluzioni ai loro problemi, i reali Socia Network, oggi prodotti di nicchia che cercano ancora di individuare il modello giusto, diventeranno i servizi Web 2.0 preferiti dagli utenti  (e i prodotti come Facebook finiranno per essere superati poiché, per le ragioni esposte in precedenza, essi non sapranno adeguarsi alla nuova realtà di mercato – già oggi, a fonte di migliaia di nuovi utenti, Facebook registra comunque la fuga di molti utenti “impegnati”: che si erano iscritti con l’idea di poter intraprendere, su di esso, relazioni costruttive).

ma qualcosa sta già cambiando

Quindi il mercato, a causa di incapacità intrinseche, non riesce a superare questa fase di transizione dalle vecchie alle nuove Tecnologie di comunicazione.

Ma qualcosa sta già cambiando (gli indicatori sono molto deboli, difficili da individuare dagli utenti comuni di Internet, ma ci sono):

  • nascono “prodotti” altamente innovativi come le applicazioni su iPad (o iPhone), che offrono servizi che risolvono molti problemi quotidiani dei Cittadini (è  possibile oggi, ad esempio, trovare i percorsi più rapidi in città, ordinare dall’auto la cena anche all’ultimo minuto, cercare un passaggio all’ultimo minuto da qualcuno che va in centro, contribuendo con cifre irrisorie alle spese della tratta, e moltissimo altro). Anche sul PC vi sono ottimi prodotti estremamente utili, come i Blog/Giornali che stanno divenendo una interessante alternativa ai Quotidiani (la fruizione di questi ultimi è infatti su Internet  “decadente”: è una ripetizione banale della forma del giornale cartaceo, che non sfrutta affatto le potenzialità offerte da media); vedi i casi de  L’Occidentale e del  Legno storto. Interessanti sono i casi di movimenti di piazza trasferitisi, utilizzando in modo piuttosto intelligente alcune qualità del medium, su Internet: in questo caso, ovviamente, permane il limite intrinseco alle ideologie che essi rappresentano; ma al di la dei contenuti, questi esperimenti rappresentano  una modalità molto interessante, innovativa, dell’utilizzo di Internet che può essere utilizzata per definire piattaforme di  Democrazia 2.0.  

  • le persone cominciano a rendersi conto delle potenzialità delle offerte dalla nuove tecnologie. Gli utenti delle nuove tecnologie, pur utilizzando queste ultime per lo più in modo frivolo (la gente compera l’iPhone, uno dei pochi prodotti realmente innovativi, unicamente perchè “fa figo”, e ne sfrutta il 5% delle reali potenzialità) cominciano a comprendere che i nuovi strumenti possono migliorare notevolmente alcuni aspetti della loro esistenza. Cambiano le aspettative e gli utenti pian piano si informano della caratteristiche sostanziali dei prodotti prima di acquistarli (la vera innovazione emergerà ora con l’affermarsi dell’iPad).

caratteristiche dei nuovi strumenti

Per comprendere la possibilità (illustrata nel presente progetto) di creare una infrastruttura di comunicazione interattiva in grado di produrre nuove forme di Informazione e di Government dal basso, è necessario analizzare alcune caratteristiche peculiari delle nuove tecnologie.

In primo luogo il Web 2.0 introduce una nuova forma di mercato nella quale la Mission del business è anche una Mission sociale. Da Yahoo! (si parla ancora di Web “1.0”) i prodotti realmente innovativi sul Web nascono da persone che hanno individuato un problema (sono a quel punto normali utenti della Rete), e si mettono all’opera per progettarne la soluzione (non pensano inizialmente al profitto, ma alla soddisfazione che provano nel creare vantaggi per gli altri – solo in un secondo momento, con l’intervento esterno di finanziatori, la loro idea vien trasformata in un prodotto più complesso in grado di generare profitti).

un nuovo tipo di Informazione

Una della caratteristiche dei nuovi strumenti Web 2.0 è la caratteristica User generated content, o, più in generale, la possibilità di creare o “manipolare” (editing), da parte degli utenti, i contenuti.

Il Web 2.0 permette quindi di avere una nuova generazione di contenuti generati (e manipolati) dal basso: il che apre una nuova era nel campo dell’informazione.

[vedi progetto “WebJournal/WebTV”]

 Nella nuova dimensione non c’è una vera soluzione di continuità tra fruizione e creazione  dei contenuti: nella nuova dimensione di User pro-attivi, i contenuti vengono modificati dall’utente e possono divenire automaticamente nuovi contenuti disponibili per per gli altri utenti. Ciò permette, ad esempio, a qualsiasi utente di creare facilmente e velocemente contenuti che siano la sintesi di articoli di Quotidiani (esteri e nazionali), e farne un Blog/Giornale.

In questo nuovo contesto non vi sono più canali informativi, ma reali fonti di conoscenza, perchè le informazioni sono qui strutturate in modo completamente nuovo, sono integrate da tutte le informazioni necessarie a comprenderne il significato (a contestualizzarle), sono modificabili dall’utente, e possono essere archiviate in modo molto strutturato che rende facile il loro reperimento.

La manipolabilità dei contenuti permette di avere un nuovo tipo di fruizione degli stessi:  le informazioni possono essere realmente trasformate in conoscenza personale.

Il nuovo tipo di fruizione, che passa dalla fruizione attuale passiva di “lettore” a quella pro-attiva, permette infatti di modificare (modificare, annotare, integrare con proprie riflessioni) e archiviare le Informazioni in un sistema di conoscenza personale (un archivio ipertestuale organizzato secondo varie forme di categorizzazione nel quale si possono  trovare rapidamente parti di testo specifiche).

In ogni caso l’informazione “professionale” diviene finalmente completa: ogni specifica informazione è collegata ad un contesto culturale che la rende effettivamente comprensibile. Ossia è linkata con dati enciclopedici di tipo geografico e politico; e  con schede di personaggi, di Storia del contesto – tutto all’insegna dell’open Information: nel quale l’informazione è prodotta in co-gestione sia da redazioni istituzionali, sia dagli User (gli user completano l’informazione con ulteriori informazioni, loro considerazioni, ecc … ); ed è linkata con tutte le fonti dell’articolo, con gli altri articoli che riguardano “la vicenda” trattata (le “Puntate precedenti”, anche sotto forma di abstract): quindi il lettore ha sott’occhio tutta la vicenda nel suoi sviluppo nel tempo, ed ha a disposizione la fruizione tipica di Internet per sinossi ed approfondimento.

Vediamo un esempio di questo tipo di organizzazione dell’informazione: nell’attuale conflitto tra Israele e Palestinesi, in tale contesto i lettori possono meglio comprendere l’articolo relativo ad un fatto specifico consultando le cartine del luogo (ad esempio l’evoluzione storica dei confini), la Storia del conflitto dal suo inizio,  le schede dei personaggi che vi hanno partecipato – ma anche i vari commenti di chi si è occupato della questione (il sistema è molto complesso da descrivere: vedi progetto WebJournal).

Inoltre, nel nuovo contesto,  l’informazione diviene “dibattuta”: gli utenti possono attivare dibattiti pubblici rispetto ad ogni informazione.

il “Mercato dal basso”: una nuova forma di progettazione

Una delle trasformazioni più importanti  nel prossimo futuro sarà quelle che permetterà agli Utenti finali di creare le proprie applicazioni (una modalità che  potremmo definire Web 3.0).

Ovvero utenti (o gruppi di utenti) “ordinari” che sono, ad esempio, in grado di gestire un foglio di calcolo (una gran percentuale degli utenti) potranno per lo meno aggiungere, utilizzando per la loro creazione meta-applicazioni di semplice utilizzo, nuove funzionalità ad applicazioni “ufficiali”. Ciò avviene, ad esempio, già in Facebook, OpenOffice e Firefox, e  Smartphone (di Apple e di quelli che utilizzano il Sistema di Google): anche se, per ora, ciò avviene con modalità di sviluppo delle applicazioni ancora riservate ad utenti piuttosto esperti, le meta-applicazioni utilizzate per creare applicazioni specifiche stanno divenendo sempre più “friendly”.

Si deve tener conto della possibilità di utilizzare la funzionalità offerta dal Web 2.0, quella  dello sviluppo di gruppo Open Source: in questa modalità gli utenti tecnoanalfabeti potranno creare sub-applicazioni che aggiungono funzionalità, ad esempio, al Sistema di Open Information o di eGovernment).

Ricollegandoci a quando detto in precedenza,  è in atto una vera rivoluzione “dal basso” del Mercato che permette di ritrovare la perduta Qualità del prodotto: le “risorse umane”, emarginate dal Mercato (il quale, tutto orientato alla vendita, con una sorta di meritocrazia al contrario, ha orientato le sue scelte quasi esclusivamente sugli uomini di Marketing), le uniche in grado di progettare un prodotto secondo i reali bisogni delle persone, ritornano, dal basso, ad occuparsi della creazione del Valore grazie alla facilità di sviluppo di applicazioni legate alle nuove tecnologie (software ed hardware).

Nel nuovo contesto nascerà quindi un “mercato dal basso” dalle potenzialità creative che gli permetteranno di godere di un notevole vantaggio competitivo sugli attori tradizionali.

  •  

□ □ □ □ COSA SI PROPONE
(DI FARE, IN PRATICA)

sintesi delle caratteristiche del Progetto

Una premessa necessaria: il presente Progetto non è utopico

  • né dal punto di vista Politico – esso tiene infatti conto della realtà concreta:

  • sia per quanto riguarda lo scontro politico in corso (dal quale non si può prescindere) che vede una lotta impari di chi vuole rimettere le cose a posto contro i  poteri paralleli come la Magistratura, i Sindacati e i Media

  •  sia delle difficoltà di creare nuove istituzioni (in realtà vi sono ormai più esempi di realizzazioni di successo nel mondo).

  • nè da quello sociale – esso si occupa anche (in primo luogo) di definire progetti specifici per il miglioramento della qualità della vita del Cittadino: si porta il processo di “riforma” da un piano di “sacrifici” (oggi si pone l’attenzione sul taglio dei costi), ad uno fortemente coinvolgente di  ri-progettazione della vita urbana finalizzato ad una miglior qualità della vita – basato sulla creazione di nuove modalità di interrelazione sociale, supportato dalla creazione di nuovi  “spazi sociali”, e di nuove strutture Web 2.0  [sono disponibili progetti complementari specifici, come quello di una nuova tipologia di Viabilità Urbana (micro-vecoli elettrici intelligenti, nuove forme di segnaletica, ecc …)].

Il progetto è pensato per tre livelli di attuazione (relativamente indipendenti):

  • lungo termine: molto importante per arrivare a definire, dal basso, nelle specifico, forme di Democrazia reale

  • medio-breve termine: si tratta di arrivare a mettere in piedi una struttura sociale che permetta traghettare la democrazia attuale verso forme auto-evolutive.

  • immediato: si sviluppano strategie che permettano di utilizzare al meglio gli attuali strumenti istituzionali (ad esempio le Circoscrizioni) per poter cominciare a fare piccole “riforme dal basso”; e gli attacchi delle istituzioni: Magistratura, Media, Sindacati, ecc ..

Il progetto comprende:

  • una serie di SOLUZIONI DI DEMOCRAZIA DIRETTA (eGovernment, Social Web).

  • una serie di RIFLESSIONI SUI PROBLEMI DELLA ATTUALE DEMOCRAZIA – ed alcune proposte per una ridefinizione della organizzazione della governo degli ambiti locali; e forme di contrasto alle resistenze alle riforme messe in atto dalle istituzioni prodotte dalla egemonia culturale della Sinistra: Sindacati, Magistratura e Media militanti.

Il presente Progetto è corredato da progetti specifici come: Consumismo 2.0, Nuova Burocrazia, Web TV+Quotidiano Online gestito dagli User, Nuove strutture per una nuova vita cittadina, Nuove forme di mobilità urbana.

i Valori del progetto

Il progetto è assolutamente innovativo: propone elementi e strategie sostanzialmente nuove, seppur basate sull’evoluzione di elementi e strategie esistenti.

Tutte le tecnologie qui proposte (gli strumenti fondamentali di supporto alle strategie), sia hardware che software, rappresentano un salto di generazione nel loro campo (nel definire tali strumenti mi sono servito delle mio competenze di Consulente per le strategie informatiche per le Aziende).

Un valore del Progetto è quello di definire una Strategia da First mover  (ragionando in termini di Mercato: si è i primi a creare una piattaforma “politica” di questo tipo, e la si può quindi “vendere” successivamente in altri contesti nazionali).

il progetto

Il presente progetto si pone l’obiettivo
di trovare soluzione agli attuali problemi della Democrazia (precedentemente indicati),
mettendo a disposizione dei Cittadini nuovi strumenti:
una infrastruttura tecnologica di Comunicazione
e di Government,
e nuove metodologie politiche
.

 (inizialmente si tratta di utilizzare, in modo particolarmente “creativo”, le attuali modalità di partecipazione alle attività amministrative del territorio previste dalle Leggi, ma inutilizzate per problemi che non sono difficili da risolvere).

gli obiettivi generali del Progetto

Gli obiettivi più generali che il progetto si pone sono (i seguenti punti sono approfonditi nei prossimi paragrafi):

  • RECUPERO DELLA QUALITÀ DI BASE DELLE DEMOCRAZIA: la partecipazione effettiva del Cittadino all’amministrazione del territorio. Ciò è reso possibile attraverso:

  • strumenti che permettano una maggior rispondenza delle scelte Istituzionali alle reali esigenze dei Cittadini (ovvero strumenti con i quali i Cittadini possano affiancare le Istituzioni, inizialmente con funzione consultiva, le Istituzioni – che diano  la possibilità al cittadino di dialogare con i Rappresentanti da lui eletti; e interagire con le Istituzioni amministrative, inizialmente con la funzione di verifica della effettiva legittimità delle decisioni, e dell’efficacia delle azioni intraprese).

  • una infrastruttura tecnologica che offra Canali interattivi di Open communication (e di organizzazione di azioni “politiche” dal basso), che diano la possibilità al Cittadino di essere realmente informato: che permettano di verificare la veridicità dell’informazione, e di dibattere opinioni; e quindi di organizzarsi in gruppi per portare avanti idee specifiche.

  •   RIDIMENSIONAMENTO DELLE ATTUALI STRUTTURE ISTITUZIONALI  per

  • ridurre i costi della Democrazia.

  • ottenere maggiore efficienze nella amministrazione delle Istituzioni (Burocrazia) e nei servizi pubblici.

  •   ATTIVAZIONE DI INIZIATIVE DI SUPPORTO AL PROCESSO DI RIFORMA DAL BASSO DELLA DEMCORAZIA

  •  Fondazione culturale: una fondazione a livello internazionale (un think tank che lo scopo di produrre analisi e idee, ma anche di dare forza e legittimità alle soluzioni applicate).  

  •  Movimento di cittadini (nuova forma di aggregazione politica alternativa ai partiti, organizzata sul Web 2.0) che serva in primo luogo a contrastare la “reazione” delle Istituzioni (Partiti politici, Burocrazia, Magistratura, Sindacati, ecc … ) al  processo di riforma

La Filosofia di sviluppo del Progetto:  è importante comprendere che, come si è già detto, non si tratta di una azione “rivoluzionaria”, che si ponga il fine di “ripartire dalla “pagina bianca” (come è nell’ideologia di Sinistra), ma si tratta invece di definire un intervento soft, che possa permettere di “riformare”  le strutture attuali in continuità con la situazione attuale: ovvero in direzione di un recupero di qualità e valori perduti con le varie “rivoluzioni” succedutesi sino ad ora (come specificato meglio in un altro punto di questo documento, non si volgiono “inventare” nuove tipologie di Democrazia, ma ci si basa più che altro sia sui casi di Democrazia reale del passato, sia sugli esperimenti più importanti attualmente in corso in varie Nazioni occidentali).

Si tratta inoltre, a differenza dei progetti “Ideologici”, di un progetto che definisce solamente strumenti neutri affinchè le persone siano realmente libere di sviluppare da sé il sistema nelle sue determinazioni specifiche.

recupero delle
QUALITA’ FONDAMENTALI della Democrazia:
Partecipativita’ e localismo

il Principio di base (Democrazia Partecipativa)

Una riflessione necessaria sul Principio su cui si basa questa area del progetto:

la Democrazia si basa sulla
partecipazione attiva da parte dei cittadini
ai vari livelli di Government.

Laddove questo principio sia disatteso, non vi può essere una reale Democrazia, ma solo un regime totalitario, camuffato, attraverso strategie mediatiche populiste, da Democrazia

Si tratta di una considerazione “scientifica” e non ideologica: la Democrazia è un sistema razionale inventato dall’uomo, e può quindi funzionare solo se segue, appunto, i suoi “Principi di funzionamento”. In caso contrario finisce per sconfinare nel campo delle idee assiomatiche, preconcettuali (ideologiche), e quindi per fornire risultati imprevedibili e incontrollabili (entra in una condizione di caos nella quale non è più “governabile”).

Come si è detto, la giustificazione più diffusa oggi nei confronti  della attuale applicazione molto parziale dei principi della Democrazia, è che i Cittadini manchino della consapevolezza sufficiente per poter esprimere opinioni costruttive (o, peggio, per prendere decisioni esecutive) per quanto riguarda le questioni di gestione (Governo) della loro Nazione.

Ma gestendo, come si fa attualmente, la coscienza dei cittadini “dall’alto” (gestita da alcune persone “illuminate” che pensano per conto di tutte le altre persone) si impedisce alla Democrazia di applicare il suo Fine principale:  permettere alle persone di raggiungere una reale consapevolezza delle cose (ovvero di garantire alle persone la possibilità di vivere in un regime di reale Libertà che, unitamente a una rigorosa applicazione della responsabilità individuale, possa permettere ad esse di raggiungere, attraverso un percorso di prova ed errore, una reale consapevolezza delle cose).

In altre parole, nella sua configurazione attuale, “sospendendo” i suoi Principi fondamentali (anche solo temporaneamente), la Democrazia si è allontanata dalla possibilità di realizzarle una sua fase matura (e, peggio, ha prodotto  una condizione di crisi dalla quale, con i suoi stessi strumenti, non è in grado di uscire).

Le due condizioni che vanno nuovamente introdotte nel Sistema democratico sono:

  • la condizioni di Libertà/Responsabilità dei singoli individui che la compongono.

Va cioè ripristinata quella condizione nella quale il Cittadino è libero di agire, ma nella quale poi paga le eventuali conseguenze del suo errore (per rimanere nei binari della Democrazia, ovviamente sempre in base ad un giudizio di altri cittadini, e mai di regole astratte).

  • la condizione di   consapevolezza/partecipazione attiva del Cittadino: in mancanza di questa qualità vi sarà sempre solo una “Democrazia sospesa” (in assenza di consapevolezza da parte dei Cittadini si finirà sempre per lo scadere nell’ambito dei regimi Ideologici.

le aree di intervento

All’atto pratico, perchè una Democrazia possa dirsi tale (o possa essere riformata), in essa devono cioè  poter essere sviluppate:

  • una Opinione pubblica – e questa deve essere consapevole: ovvero composta di persone informate in modo sostanziale su ciò che avviene, e che quindi sono in grado di farsi con una idea personale delle cose (sviluppata attraverso dibattito con altre persone)

  • ed una partecipazione effettiva del Cittadino alla attività politica del paese (cosa che non avviene più).

Perchè ciò possa avvenire devono esistere infrastrutture opportune:

  • STRUMENTI DI OPEN INFORMATION: canali di informazione (e di dibattito pubblico) che forniscano  informazione sostanziale e “dibattibile”.

  • STRUMENTI PARALLELI DI GOVERNMENT (eGovernment dal basso): strumenti che permettano  effettivamente al Cittadino di esprimere la sua volontà (e quindi di organizzarsi in gruppi per sviluppare e portare avanti idee specifiche).

Reintrodurre nel sistema di Governo della Democrazia queste qualità è una parte degli obiettivi del Presente progetto.

il recupero della dimensione originaria del Localismo

< vedi “Localismo” >

Come si è detto,  per recuperale le caratteristiche di base della Democrazia è necessario reintrodurre in essa la qualità del  Localismo.

Da un ambito locale (o meglio, ultra-locale) è quindi necessario partire per riformare il Sistema: qualsiasi altro percorso introdurrebbe nel sistema, già dall’inizio, un “difetto nel manico” che ne inficerebbe le qualità di base (e quindi un funzionamento fisiologico).

E un percorso differente sarebbe inoltre un percorso privo della opportuna legittimità democratica (mancherebbe del sostegno attivo da parte dei Cittadini), e verrebbe neutralizzato dalle attuali Istituzioni.

Gli strumenti proposti nel Progetto sono quindi per lo più finalizzati alla partecipazione del Cittadino alla gestione politico-amministrativa del territorio nel quale vive (in ambito locale ciò è possibile già da ora, grazie a strumenti previsti dal nostro Codice: controllare  la qualità dei servizi, le spese, l’attività delle Istituzioni politiche, ecc …;  e interagire in qualche modo con gli organi di governo).

Nota: grazie ai nuovi strumenti tecnologici adottati non solo la partecipazione dei cittadini diviene estremamente semplice, ma il nuovo sistema diviene, nella sua gestione, estremamente economico (ciò a fronte di una notevole riduzione delle spese pubbliche, e di un notevole miglioramento dei servizi pubblici, ottenibile con la nuova modalità di gestione “dal basso” delle faccende amministrative del territorio).

GLI STRUMENTI DI OPEN INFORMATION e GLI STRUMENTI PARALLELI DI GOVERNO

Come esposto in modo più approfondito in altra parte del documento la reintroduzione delle qualità di base della Democrazia è supportato da strumenti di Open Information e di eGovernment dal basso.

Questi strumenti formano un insieme integrato (non esiste una vera soluzione di continuità tra il processo di Informazione e quello di Espressione della volontà a livello “esecutivo”) che permette ai cittadini di cominciare a prendere coscienza con le questioni che li riguardano (oggi lasciate in mano a Politici, amministratori di Enti Locali, Magistratura, Sindacati, ecc ….), e con i meccanismi di Government.

Il Sistema permette cioè ai Cittadini di:

  • avere “opinioni sostanzialmente informate” di ciò che avviene nella Nazione (e soprattutto in ambito locale, l’ambito su cui si gioca, almeno inizialmente, la vera azione di riforma).

  •  esprimere in modo effettivo la propria volontà (senza che tale volontà possa essere manipolata “dall’alto”).

::il Sistema di  open Information

Il problema attuale della nostra Democrazia è infatti che i cittadini sono in primo luogo sostanzialmente disinformati (essi non sono in grado di far valere diritti perchè non ne conoscono l’esistenza).

Permanendo questa condizione negativa, da un lato i Cittadini non sono in grado di comprendere quale debba essere il loro ruolo effettivo all’interno del sistema democratico (essi sono convinti dalle ideologie di Sinistra di avere una assoluta necessità di dover rinunciare a parte delle loro libertà per poter essere protetti da un organismo centrale di persone “esperte”). E dall’altro lato essi non sono in grado di rendersi conto della illegittimità (della anti-democraticità) delle strategie messe in atto attualmente dalla Sinistra (in altre parole solo una libera informazione può avere la meglio sulle attuali strategie di Egemonia culturale messe in atto dalla Sinistra).

Solo nuovi canali di informazione che permettano alla Democrazia attuale di divenire realmente pluralistica (nel Sistema proposto chiunque, anche i cittadini meno portati per l’utilizzo delle tecnologie, possono attivare sul Web un quotidiano o una TV) e supportata da reali dibattiti pubblici (grazie ad una nuova generazione di Blog/Forum definiti nel progetto), può rendere i Cittadini realmente informati.

::infrastruttura di eGovernment dal basso

La stessa infrastruttura citata in precedenza permette di reintrodurre nel Sistema democratico il secondo elemento fondamentale: la possibilità da parte del Cittadino di esprimere la sua volontà sulle questioni inerenti la gestione della Società civile.

Si tratta di un percorso di sviluppo graduale di tale facoltà che inizia, a in ambito ultra-locale, con l’intromissione dei cittadini nella amministrazione dei servizi locali. E, a livello “politico”, con la correzione dei problemi di fondo del Sistema attuale: una ridefinizione del rapporto tra Cittadino e il suo Rappresentate parlamentare (che oggi è praticamente inesistente: la scelta viene effettuata in modalità “bulgara”: ovvero tra un numero estremamente ristretto di candidati designati dai Partiti – e l’azione dell’eletto non è vincolata ad un programma; non è possibile per il Cittadino dialogare con il Parlamentare durante la legislatura né controllarne l’operato; ecc …).

Il supporto di questi nuovi strumenti che permette quindi al Cittadino di essere realmente informato su quanto avviene a livello di gestione della Società introduce nel Sistema democratico una delle qualità di base della Democrazia partecipativa: la pulsione del Cittadino ad occuparsi direttamente delle questioni sociali che lo riguardano (una volta che il Cittadino si rende conto di poter intervenire nelle questioni “di casa sua”, è spontaneamente portato ad agire per affrontarle). In questa nuova condizione il Cittadino può anche intervenire direttamente, con una forte “pressione popolare” (assolutamente legittima dal punto di vista democratico) per contrastare le resistenze opposte dalle attuali Istituzioni allo sviluppo di una reale Democrazia partecipativa  (o Federalismo).

∙Per un ridimensionamento dei costi della P.A.

Una delle strade da intraprendere perchè si possa portare avanti un reale percorso di riforme è quella di forzare le Istituzioni a tagliare i costi

Una delle obiezioni delle Istituzioni è  al Federalismo reale è: se si tagliano i finanziamenti alle Regioni queste non sono più in grado di operare. Questo concetto è il cavallo di battaglia della Sinistra, assorbito in modo acritico da quella parte della popolazione che la sostiene.

Il problema è, ovviamente, che nessuna di quelle persone si chiede perchè si debbano continuare ad effettuare spese che in un regime di accorta gestione economica sarebbero considerate superflue.

Si è quindi pensato ad uno strumento (una serie di strumenti integrati tra loro) che possa permettere ai Cittadini di mettere il naso nella gestione dei Conti pubblici.

Tale strumento permette di svolgere due tipi di attività:

  •  verifica e denuncia permette in primo luogo ai Cittadini di farsi un’idea circostanziata degli sperperi di denaro pubblico da parte delle Pubbliche amministrazioni (i cittadini possono creare Comitati virtuali con la partecipazione di esperti per approfondire l’analisi delle spese). Ma anche di intervenire (con i già citati principi di legittimità ed autorevolezza forniti da strumenti che permettono a gran numeri di cittadini di esprimere la loro opinione) bloccando le spese in programma  (si tratta di smascherare una sorta di truffa, mettendo in mostra l’inutilità di interventi come quelli di riasfaltatura o di sostituzione di impianti semaforici – soprattutto a fronte di una grave crisi).

  •  partecipazione attiva dei cittadini alla amministrazione e alla progettazione dei servizi pubblici e strutture. Ma permette anche ai Cittadini di sviluppare proposte di servizi alternativi a quelli attuali: dai costi minori e, contemporaneamente, da una miglior qualità (per fare questo gli utenti possono creare gruppi di studio e di progetto).

Come vediamo più nello specifico più avanti vi sono alcuni trend dal basso che vanno i questa direzione: Negozi che accorciano la catena di distribuzione (ottenendo prezzi minori e qualità molto migliore), Asili auto-gestiti, “Medicine” alternative che non richiedono farmaci, ospedalizzazioni, ecc …

Si tratta, in sintesi, nella sua parte di “verifica e denuncia”, di un sistema della tipologia “revisione dei conti”, che permette ai Cittadini di:

  • avere una chiara visione di come ogni euro da loro pagato in tasse sia impiegato dalla P.A. – l’applicazione, inserendo i dati di base della propria dichiarazione delle Tasse,  è grado di far sapere al Cittadino quale è il suo contributo per ogni spesa effettuata sul territorio (lo fa anche per le spese sostenute a livello nazionale).

  • avere una chiara comprensione delle cifre pubblicate: ogni spesa viene esposta in più “unità” comprensibili per qualunque Cittadino. Ad esempio con il metodo delle “spese equivalenti”: in questo caso i costi di opere pubbliche (come riasfaltatura di strade del Comune non danneggiate nell’anno corrente) sono espressi anche in “unità” particolari come “attrezzature per un giardino per babmini”, “impianto sprtivo, ecc .. (ad esempio: “riasfaltatura strade 2010 = 40,5 “attrezzature giardino bambini” oppure 12 “campi calcio”).

Questo strumento piattaforma di analisi mette in evidenza i problemi della gestione delle economie sia locali che nazionali: in un contesto che si conosce bene (come è per un lavoro effettuato sotto casa propria) è più facile valutare sia l’inutilità di una spesa, sia la qualità dei risultati dei lavori effettivamente necessari.

Inoltre questo strumento rende evidente al Cittadino quanto i nuovi regolamenti sui prodotti acquistati aumentino il costo della sua vita: la necessità di cambiare apparecchiature o automobili per renderle compatibili con nuove norme, e la necessità di far arrivare cibi da altre nazioni quando potrebbero essere acquistati da negozi nei paraggi della città (con lo stesso strumento si può prendere coscienza del degrado della qualità dei cibi  causato da tali norme).

Il Cittadino può anche comprendere, ad esempio, quanto gli costa una sanzione dell’EU, come quella comminata a Napoli per l’immondizia (pagata da tutti gli Italiani). Ma mette anche in evidenza costi come quello della Giustizia, e permette di divulgare gli esempi virtuosi come quelli di alcuni Tribunali veneti (con lo stesso strumento si può valutare la carriera di un  Magistrato, e valutare quanto la sua opera sia ispirata da questioni ideologiche).   

Si tratta di una applicazione Web 2.0 di “groupworking” che permette ai cittadini di operare sui dati resi disponibili per Legge dagli Enti locali sulle spese effettuate.

I Cittadini possono anche formare, in rete, dei “Comitati” di controllo (con esperti dei vari settori) per fari i conti in tasca alle amministrazioni pubbliche, e divulgare i risultati che vengono commentati su Blog (ed anche di valutare, nei dettagli, con analisi da parte dei cittadini, le qualità specifiche dei servizi erogati).

Questa applicazione di “revisione dei conti” può essere una ottima base attorno alla quale si radunano movimenti di opinione per fare pressione sulle Pubbliche amministrazioni.

Lo stesso strumento viene anche utilizzato per migliorare la Burocrazia: oltre a diminuirne le spese, si costringono le Istituzioni a migliorare le infrastrutture (con grande vantaggio anche per il mondo del lavoro).

movimento dei cittadini

[vedi anche documento “New Politics: Manifesto per un Movimento di Cittadini”, scaricabile dalla pagina  –  iniziativariformadalbasso.blogspot.it ]

Per quanto il presente progetto non preveda specifiche direttive ideologiche (esso si occupa di  definire una piattaforma neutra, priva di regole specifiche), si prevede però la creazione di “movimenti” (anche di tipo “politico”, anche se in realtà non fanno assolutamente delle politica nel senso attuale, e nemmeno nel senso “grilliano”) che permettano ai Cittadini di esprimere in modo efficace la loro volontà (alcuni strumenti della Piattaforma permettono ai Cittadini di creare e gestire questo tipo di Associazione).

Questi movimenti non sono che Associazioni spontanee di cittadini che si aggregano dopo aver preso coscienza di problemi specifici delle strutture istituzionali (anche grazie agli strumenti di OpenInformation della Piattaforma, integrati con gli strumenti di Gestione delle Associazioni di Cittadini; o agli strumenti come “Revisione dei conti” o quello che propone l’analisi della carriera di un Magistrato).

Tali Associazioni di Cittadini possono essere a carattere “politico”, o essere più vicini alla tipologia delle Associazioni di Consumatori.

Inoltre questi movimenti non hanno unicamente un carattere “critico” (l’opporsi alle azioni delle attuali Istituzioni politiche o ad azioni specifiche del Mercato), ma hanno un carattere propositivo: sono anche l’occasione per intraprendere azioni costruttive, come nuove iniziative sociali (attraverso altri strumenti integrati con quelli di creazione e gestione di Associazioni di Cittadini).

“Movimenti democratici”

Si tratta di movimenti completamente diversi dai movimenti politici attuali.

Che agiscono però sul piano politico, per poter opporre una forza effettiva di contrapposizione alla Politica attuale.

A differenza dei Partiti politici (o dei movimenti ideologici come quelli di Grillo) i movimenti qui definiti si occupano unicamente di questioni specifiche.

Si parte dalla considerazione che in una condizione realmente democratica i Partiti politici non hanno alcun senso (essi sono, per definizione, unicamente dei “club” fondati su Ideologie; e, fossilizzati su queste posizioni, essi non sono in grado di valutare con attenzione l’effettiva validità delle cause specifiche che essi abbracciano).

In Democrazia i Partiti politici sono un ostacolo all’applicazione del principio del Cittadino sovrano.

In una nuova dimensione a-partitica (di reale Democrazia partecipativa) i Cittadini devono invece, per esercitare direttamente la loro volontà, potersi  aggregare attorno a cause specifiche, momento per momento (ovviamente ciò lo può fare solamente un Cittadino informato: per questa ragione il Sistema proposto prevede il citato sistema di Open Information); e devono poter creare un nuovo movimento nel momento in cui quello a cui avevano aderito non corrisponda più alle proprie aspettative.

In questa dimensione il Cittadino aderisce a tanti movimenti quante sono le cause verso le quali si sente inclinato.

Ricordiamo che in Svezia e negli Usa movimenti di questo tipo sono riusciti a vincere le Elezioni (l’obiettivo di questi movimenti non deve essere tanto quello di impossessarsi del sistema attuale, cosa che non servirebbe a nulla nell’ottica di un sostanziale miglioramento del sistema; l’obiettivo deve essere invece quello di di poter contrastare la resistenza delle Istituzioni alle riforme, e di creare nuove leggi che possano favorire la transizione verso una reale Democrazia partecipativa).

movimenti di difesa dei Cittadini

Oltre ai movimenti politici, si prevedono movimenti più vicini alle attuali Associazioni di Consumatori.

Questi movimenti, organizzati con gli strumenti della Piattaforma di eGovernment dal basso, possono intraprendere azioni come Class action (un esempio una coalizione di Cittadini ed Avvocati che difendano il Blog “Legno storto” attaccato da un Magistrato molto potente).

Un esempio di uno strumento molto semplice ma la contempo efficace: una applicazione Web 2.0 sulla quale gli Utenti segnalano le telefonate più fastidiose di promozione (in modo che, per lo meno, le Aziende siano obbligate, come è per le mail, a cancellare il nome dell’utente dalla loro lista dietro richiesta dell’utente).

Questo tipo di movimento può essere molto efficace nella “difesa” del Cittadino nei confronti della Burocrazia.

Questi movimenti hanno, come si è detto, la possibilità di generare azioni “positive”: come la creazione di servizi “pubblico/privati” alternativi (vedi più avanti in dettaglio). O gruppi di acquisto per acquistare prodotti direttamente dalla campagna.

lotta alla “resistenza” ideologica

Come detto in precedenza non è possibile pensare di attuare una processo di riforma del sistema democratico centralizzato se non si è in grado di opporsi in modo efficace all’azione di “resistenza” posta in atto dalla Sinistra per difendere i privilegi conquistati nel corso di decenni di sviluppo delle sue strategie di Egemonia Politico-Culturale.

Per questa ragione l’infrastruttura proposta, oltre a fornire strumenti di Open Information e di eGovernment dal basso, offre anche strumenti specifici per una azione di contrasto alle azioni “di opposizione” poste in essere dai Partiti e dalle Istituzioni (vedi Magistratura democratica) appartenenti alle Ideologie “sociali” (l’azione attuabile sulla Piattaforma è però sempre, a differenza di quella attuata dalla Sinistra, sempre rigorosamente Democratica, ovvero “dal basso”: il risultato della effettiva volontà di singoli cittadini che si aggregano attorno ad una azione specifica senza la mediazione di Partiti).

Gran parte di questo tipo di azioni è supportata dagli strumenti esposti nei capitoli precedenti. Si tratta sostanzialmente di una azione mediatica, prodotta con strumenti che permettono di creare forme di “contro-informazione” capaci di controbattere, in maniera altamente circostanziata, punto per punto, le informazioni proposte dai canali mediatici che appartengono al “Sistema di egemonia culturale”. Esistono sulla Piattaforma anche canali che permettono di mettere a disposizione degli studenti delle Scuole materiale didattico “alternativo” a quello creato dagli editori “egemonici”.

Tali strumenti sono integrati con quelli descritti in precedenza che permettono ai Cittadini di riunirsi in “movimenti”.

In questo modo si possono, tra le altre cose, attuare azioni di “difesa” nei confronti degli attacchi che la Magistratura finisce per portare a questa tipologia di canali mediatici (ad esempio, nel caso del Blog “Il Legno storto”, si possono creare “collegi virtuali di avvocati”).

Inoltre tali tipi di iniziative possono proporre una loro “militanza” che si oppone alla militanza demagogica degli aderenti ai partiti di Sinistra: alla lotta di piazza si oppone un contrasto culturale che finisca per chiarire la mancanza di obiettivi concreti e di fondamento democratico dei movimenti di piazza (o dei Blog ideologici tipo quelli di Grillo).

  •  

fondazione Culturale

[vedi anche documento “Fondazione per la diffusione di una ‘Cultura civile’”, scaricabile dalla pagina  –  iniziativariformadalbasso.blogspot.it ]

La “questione culturale” è di importanza fondamentale. Essa ha una duplice finalità generale: creare una cultura democratica oggi inesistente. E produrre una opposizione efficace alle resistenze opposte alle riforme da parte delle Istituzioni politiche.

Una Fondazione culturale è determinante perchè la fase storica che stiamo vivendo presenta caratteri unici: è la prima volta che la Democrazia moderna entra in una crisi di questo tipo, che mette implacabilmente in luce l’inconsistenza delle sue basi (si tratta di una crisi di fronte alla quale le stesse Istituzioni non sanno come reagire).

Ma anche una fase nella quale emergono alcune nuove opportunità (sostanzialmente gli strumenti di comunicazione elettronica come il Web) che possono essere sfruttate per risolvere problemi endemici della Democrazia moderna.

Viviamo cioè una situazione nella quale da una parte è necessario recuperare la Cultura democratica, e dall’altra è ancora “tutto da inventare” (ma solo dopo aver recuperato i Valori della democrazia reale!).

Oggi servono quindi studi approfonditi che possano permette di riportare alla luce, dopo decenni di Egemonia cultura, una  Cultura dell’uomo che è stata perduta negli ultimi secoli. E serve una sperimentazione di nuovi modelli di vita (nuovi rispetto alla vita urbana degli ultimi due secoli, ma tradizionali rispetto alla storia dell’uomo).

Si tratta quindi di creare una Fondazione internazionale che permetta di sviluppare  un effettivo percorso di riforme della Democrazia moderna attraverso tre qualità fondamentali:

  • capacità di sviluppare  di una Cultura democratica moderna: una Fondazione che gestisca un Think tank lo sviluppo di rapidamente una Cultura realmente democratica,  con il contributo dei migliori cervelli a livello mondiale (ciò è possibile creando Conferenze virtuali permanenti, la cui infrastruttura è proposta nel presente progetto). Si noti che, dal punto di vista prettamente Culturale, non si tratta di inventare qualcosa di nuovo, come vorrebbero le Ideologie moderne, ma semplicemente di recuperare la cultura perduta dall’Uomo. Nuovi devono essere invece gli strumenti di Government, che sfruttino le opportunità offerte oggi dalle tecnologie.

  •  una legittimazione internazionale:  la qualità fondamentale di una istituzione di questo tipo è l’internazionalità: sia per il fatto che il problema è internazionale, ed è quindi a questo livello va risolto (con la collaborazione di tutti gli Stati, una volta che le istituzioni attuali abbiano compreso che non è possibile ostacolarne lo sviluppo). Sia perchè  i più forti nemici della Democrazia reale si si fondano su una Cultura “internazionale” (il neo-comunismo di Cina, Russia, Venezuela ecc … – e L’Islam): la loro forza risiede proprio nella loro internazionalità, che ha permesso loro, tra le altre cose, di monopolizzare Istituzioni globali come L’Unione Europea e L’ONU.

  • possibilità di coordinare esperimenti di Democrazia partecipativa a livello globale: esperimenti non solo dal basso, ma anche istituzionali (probabilmente, ad una Fondazione di questo tipo sono portate ad aderire tutte le Nazioni occidentali, se non altro delegando quale Istituzione culturale importante a livello nazionale). Da questo punto di vista la fondazione diverrebbe una sorta di G20 (non troppo ufficiale), magari non gestito direttamente dai Governi, ma dalle Istituzioni da essi delegate.

  •  

IL PROGRAMMA:
LINEE D’AZIONE

il punto:
risolvere il problema di fondo
della attuale democrazia

Vediamo, prima di passare alla descrizione di punti più pragmatici del Progetto (di riassumere quali sono i problemi di fondo della Democrazia attuale che vanno risolti).

Si tratta quindi di sviluppare un sistema di partecipazione dei Cittadini che permetta a questi ultimi di cominciare a mettere il naso nella gestione politico-amministrativa degli Enti locali attraverso un loro intervento dal basso assolutamente legittimo (inattaccabile da qualsiasi forza politica o “potere parallelo”) e realmente efficace (che permetta ai cittadini di farsi una corretta cognizione di causa delle questioni da affrontare, e di portare avanti una istanza in modo collettivo).

Questo Sistema deve in primo luogo

risolvere il problema di fondo: la Democrazia oggi ha perduto la sua connotazione originaria di regime fondato sulla Sovranità dei Cittadini, per divenire un sistema di governo di genere differente.

In altre parole il processo di riforma della attuale Democrazia deve poter permettere deve risolvere il problema di un Sistema democratico attualmente:

  1.  governato “Istituzioni parallele”, che si sono appropriate della funzione originariamente in mano ai Cittadini (oggi tale a livello teorico): Parlamento non controllato dai Cittadini; e Istituzioni come il Consiglio Superiore della Magistratura e il Presidente della repubblica che, pur non essendo eletti dai cittadini, hanno potere decisionale sulle Leggi espresse dal Parlamento.

  2.  e gestito indirettamente da “gruppi di potere” che operano in parallelo con queste istituzioni in base ad interessi ideologici ed economici (per lo più di sinistra, avendo quest’ultima conquistato gran parte del Mercato “che conta”).

Senza la soluzione di questi due problemi non è infatti possibile effettuare nessun processo di riforme.

La contromisura a questa situazione va sviluppata quindi su due differenti strade che operino in opposizione all’azione di ciascuna delle due forme di “governo parallelo” appena citato.

Si ricorda, ancora una volta, che è assolutamente necessario che qualsiasi contromisura adottata segua un metodo strettamente Democratico: qualsiasi altro tipo di soluzione, se si vuole ottenere come risultato una reale Democrazia, non farebbe che aggiungere danno al danno (seguendo una “soluzione forte”, ovvero l’idea de “il fine giustifica i mezzi”, non si farebbe altro che inaugurare una nuova stagione di assenza di Democrazia, che potrebbe anche fornire risultati immediati positivi, ma che non sarebbe mai in grado di far decollare una reale Democrazia).

La strada da seguire, quella di andare verso una maggior democraticità del sistema, può quindi solo passare solo attraverso un processo nel quale operano in prima persone i cittadini: tra le altre cose, qualsiasi tipo di riforma che non si basi su questo assunto, sarebbe priva della legittimità necessaria (di un “potere” di fatto) per opporsi alla reazione dei Poteri paralleli messi in campo dalla Sinistra.

la gradualità del processo di riforma qui prospettato

Proprio a causa delle peculiarità del contesto attuale, ossia del fenomeno di forte “resistenza” da parte del potere centrale e dei “poteri paralleli” messi in campo dalla Sinistra, elementi che, ora come ora, sono in grado di neutralizzare qualsiasi azione realmente riformista; e la contemporanea necessità di mantenere il processo di riforma in ambiti strettamente democratici, il processo delineato in questo progetto è un processo graduale.

Il processo qui delineato è cioè suddiviso in almeno due fasi: una prima fase che potremmo definire “di transizione” (fase indispensabile per sottrarsi alle strategie di “resistenza” messe in atto dalla Sinistra – nella quale i Cittadini cominciano a prendere consapevolezza dei reali problemi della nostra Democrazia, e a prendere confidenza con i meccanismi di Government); ed una successiva fase di messa a punto di una reale democrazia partecipativa (le due fasi presentano una forte continuità sia nelle strategie che negli strumenti messi a disposizione dei Cittadini).

::prima fase del percorso

Si prevede cioè una prima fase, “di transizione”, di sviluppo del percorso di riforma della Democrazia che è una sorta di fase di inoculazione del “virus” della Cultura realmente democratica nella coscienza dei Cittadini.

In questa fase si introducono strumenti di

  •  Open Information (informazione co-gestita dai Cittadini, integrata con sistemi “user content generated” di Dibattito pubblico) e di

  •  Open Government (strumenti che permettono ai Cittadini di organizzarsi in “gruppi di pressione”, e di agire quindi “in parallelo” con le strutture governative: in qualche caso tali strumenti potranno operare direttamente con le Istituzioni locali, come già previsto da alcuni leggi – ma per lo più questi strumenti sono pensati per permettere ai cittadini di esercitare una efficace ”pressione informata” sulle Istituzioni).

 Questi strumenti permettono inoltre di dare la legittimità necessaria alle azioni “dal basso” affinchè nessuno possa mai negarne la validità .

Un esempio: oggi un Blog che pubblica una frase sgradita ad un Magistrato, viene citato in giudizio per un risarcimento da 100.000 euro, in modo totalmente illegittimo, da tale Magistrato (ovvero si tenta di far chiudere tale Blog per mancanza di risorse finanziarie): in una condizione di estesa e capillare “informazione aperta” e di dibattito pubblico ciò non potrebbe avvenire (in tale condizione qualsiasi azione di questo tipo diverrebbe, per le forze della “resistenza”, un grave autogol).

L’efficacia del sistema qui definito, già nella prima fase, è dovuta in gran parte alla validità degli strumenti di comunicazione di nuova generazione adottati (come, ad esempio, nuove forme di Blog che permettono di creare azioni simili a quelle degli “appelli” della Sinistra firmati da intellettuali: ma in questo caso, come vedremo più avanti, con firme “certificate” raccolte direttamente dal web).

In questa prima fase l’infrastruttura tecnologica presenta anche strumenti che possono operare in parallelo con la Burocrazia istituzionale. [vedi Progetti, a parte, di Web TV e Web Journal].

::seconda fase  del percorso

Si prevede quindi una seconda fase di sviluppo del percorso di riforma della Democrazia nella quale invece si potranno mettere a punto meccanismi istituzionali specifici di partecipazione attiva da parte dei cittadini (Federalismo 2.0).

Ma gran parte del successo della seconda fase sarà legato all’efficacia delle esperienze maturare dai Cittadini nella prima fase del percorso (in realtà il vero Federalismo presuppone cambiamenti culturali per i quali i Cittadini della Democrazia rappresentativa non sembrano essere pronti).

GLI STRUMENTI DI CONTRASTO
ALLE FORME DI POTERE CENTRALIZZATO ATTUALE

Vediamo quindi quali sono le tre aree nelle quali si sviluppa il progetto (le 3 aree nelle quale i cittadini intervengono in prima persona nelle questioni di Government, con i nuovi strumenti).

Passando ad un livello maggiormente pragmatico del Progetto, si devono prevedere strumenti che permettano ai Cittadini di opporsi (gradualmente) alle Istituzioni politiche (“Ufficiali e “Parallele”).

Ciò avviene, con gli strumenti definiti nel Progetto, con le attività di:

  •  AFFIANCAMENTO ALLE ISITUZIONI NAZIONALI come affiancamento alla attuale attività elettorale/parlamentare: attraverso un Sistema di dialogo con i Rappresentati parlamentari e di pressione nei confronti delle istituzioni.

Si tratta in realtà  di un obiettivo secondario, poiché è molto più semplice e produttivo partire a riformare il sistema dall’ambito locale che da quello Nazionale. Deve però essere chiarito al Cittadino, dall’inizio, che la partenza locale non è che uno step per riformare l’intero sistema (si tenga conto che, in ogni caso, con una reale riforma, il baricentro del Government si sposterebbe verso l’ambito prettamente locale, lasciando al Government “Nazionale” un peso assolutamente secondario).

In questo caso si crea in una prima fase un Sistema che permetta al Cittadino un reale dialogo continuo con il Rappresentate parlamentare (o, inizialmente, con i rappresentanti nei Consigli locali), a partire da un “Contratto elettorale” espresso in chiare lettere, e legalmente sottoscritto dal Candidato (è un sistema che i Politici non possono snobbare, poiché assume una visibilità mediatica notevole, e quindi se i Politici lo dovessero snobbare, sottraendosi al dialogo con gli elettori, cadrebbero in disgrazia).

  •  NUOVO SISTEMA DI GOVERNO LOCALE come affiancamento alla attutale attività istituzionale con strumenti che permettono ai Cittadini di:

  •  organizzarsi ed esprimere in modo legittimo la loro Volontà (che non può non essere ascoltata dalle Istituzioni): sono sia strumenti di Government, sia strumenti di Amministrazione dei servizi pubblici.

  •  sviluppare le fasi del processo deliberativo che precedono il Voto: corretta informazione, dibattito pubblico aperto e creazione di Gruppi di attività (per portare aventi le istanze messe a punto nelle fasi precedenti).

  •   NUOVO SISTEMA DI GESTIONE DELLA BUROCRAZIA: strumenti permettano ai cittadini di “gestire” (“riformare dal basso”) la Burocrazia, che costituisce attualmente sia un importante  elemento di “resistenza” al cambiamento (e un grosso problema per la qualità della vita dei Cittadini, e per lo sviluppo del mondo del Lavoro).

Vediamo questi punti un po’ più in dettaglio.

affiancamento alle istituzioni nazionali

Si è detto che la nostra Democrazia non solo non è di tipo partecipativo, come dovrebbe essere qualsiasi reale Democrazia, ma non è nemmeno, come dichiara di essere, una Democrazia rappresentativa.

Il presente Progetto propone un tipo di attività che è mirato a migliorare la configurazione dell’attuale regime di Democrazia rappresentativa, rendendolo (già dalle prime fasi del processo di riforma) effettivamente rappresentativo (a questo livello il processo di riforma messo attualmente in atto dalla Destra incontra opposizioni poiché in esso non si introduce ancora, in modo esplicito, la questione del Localismo – o Federalismo).

QUELLO DI RIPORTARE L’ATTUALE DEMOCRAZIA AD UN REALE MODELLO RAPPRESENTATIVO È UN PASSAGGIO DETERMINANTE
per poter arrivare a disporre delle basi che premettano di creare, successivamente, un percorso di riforme verso una forma partecipativa di Democrazia

(in caso contrario si rimarrebbe impantanati nell’attuale situazione di demagogia populistica che impedisce qualsiasi tipo di riforme).

Naturalmente è necessario prevedere il tentativo da parte della Sinistra di “infiltrare” un Sistema di questo tipo: elogiandolo, per poi appropriarsene per fini unicamente ideologici, come è stato fatto per le Regioni e le Circoscrizioni. In questo caso la riuscita del processo di riforma dovrebbe essere assicurata da un efficiente (e facilmente accessibile) sistema di Informazione trasparente e di Dibattito pubblico aperto.

Adottando il Sistema definito nel presente Progetto si otterrebbero, già in una prima fase,  molti miglioramenti dell’attuale Democrazia rappresentativa (si tratta di uno step di importanza determinante per poi arrivare ad una corretta definizione della reale Democrazia partecipativa). Vi sarebbe infatti:

  • innanzitutto una scelta del candidato molto più efficace poiché la fase pre-elettorale sarebbe caratterizzata, in questo caso, da un approfondito dibattito sulle questioni più importanti (probabilmente il Sistema darà spazio a nuovi Movimenti politici in grado di presentare alle Elezioni una nuova generazione di “politici”).

  • la possibilità, per i Cittadini,  di effettuare una importante azione di interazione con il loro Rappresentante parlamentare. I Cittadini, con il nuovo sistema, possono infatti, ad esempio, avere con il loro Rappresentante, tra le altre cose: un dibattito su ogni votazione parlamentare da effettuare, o a proposito di nuove Leggi da presentare – un controllo delle sue attività parlamentari; e, al limite possibilità di revocargli il mandato.

Il sistema è efficace per il fatto che esso permette ai Cittadini di intervenire (utilizzando gli strumenti giuridici già esistenti),  attraverso questa nuovo tipi di relazione con Rappresentante da essi eletto, con la sufficiente legittimità, sull’attività del Parlamento (in questa fase ancora in modalità indiretta): proponendo la creazione di nuove leggi, o la modifica o l’abrogazione di  leggi esistenti (a proposito della “forza” fornita ai Cittadini da un Sistema di questo tipo, ricordiamo ancora una volta che il Sistema attuale, per quanto lacunoso, costringe comunque i Parlamentari a passare l’esame dell’opinione dei Cittadini nelle fasi elettorali, e che quindi, per quanto essi possano snobbare le pressioni dal basso della base elettorale durante il loro mandato, essi poi possono venire bocciati alle elezioni – e lo stesso vale, come vedremo, per gli attuali partiti politici, che nel nuovo contesto possono essere soppiantati da movimenti politici “dal basso”).  

Naturalmente per poter avere un dialogo legittimo ed efficace tra gli elettori ed il loro Rappresentate parlamentare è opportuno mettere a punto nuovi accorgimenti (illustrati in seguito). Una delle criticità del dialogo tra Elettori e Rappresentante è, ovviamente, la necessità di individuare gli elettori che abbiano votato quel candidato. In questo caso è  possibile utilizzare più modalità:

– adottare, in parte, il modello istituzionale degli attuali Partiti politici: le persone che propongono il Candidato possono costituire un gruppo organizzato, e quindi “iscriversi” (vedi “Iscrizione certificata”) ad un pseudo-partito Web 2.0  (una sorta di micro-partito ad hoc).

– nel nuovo contesto (almeno nella sua fase matura), i criteri di attribuzione del voto al Rappresentate sono individuabili (seppur segreti per i concittadini).

la DINAMICITÀ DELLA RAPPRESENTATIVITÀ:
verso la gestione diretta del Government da parte del cittadino

Si tenga conto che il concetto di rappresentatività, nel nuovo contesto riformato, cambia sostanzialmente: vi sarà una forma di rappresentatività dinamica.

La rappresentatività si svilupperà in modo differente nelle due principali fasi del percorso di riforma del sistema di Democrazia partecipativa. Sono previste fasi di:

  •  rappresentatività diretta: dinamicità dei mandati parlamentari (e degli organi di governo locali) [prima fase]

  •  gestione diretta del Government [fase più matura]

Nella prima fase di riforma

il Rappresentante non sarà più un “garantito”
per il periodo della Legislatura,
ma il suo mandato diverrà, appunto, dinamico: esso
POTRÀ ESSERE SOSTITUITO DURANTE LA LEGISLATURA.

In pratica, cioè,  sappiamo che durante ogni singola Legislatura ciò che conta è l’opinione dei Cittadini: nella nuova situazione il Parlamento viene realmente a dipendere dai Cittadini non solo al momento del voto, come avviene oggi: nel nuovo contesto i Parlamentari sarebbero sostituiti in continuazione (se necessario) affiché in Parlamento sia sempre rappresentata la reale opinione dei Cittadini.

Con questo metodo (l’unico che può permettere di avvicinare la Democrazia rappresentativa alla concezione originaria di Democrazia) si otterrebbe un regime nel quale non vi sarebbe più una vera soluzione di continuità nell’attività del Parlamento: le eventuali conferme o sostituzioni dei Parlamentari non sarebbero più legate all’evento delle Elezioni (si tratta di ciò che avviene ora, in parte, per le elezioni di Mid-term degli USA).

Si tratta, appunto, di una fase di passaggio verso la Democrazia partecipativa, nella quale il ruolo dei Rappresentati sarà ancora meno importante (si tenga conto che in una Democrazia partecipativa il focus del Government si sposta a livello Locale, nel quale i Cittadini possono gestire direttamente, senza la necessità di servirsi di rappresentanti, molti aspetti della Cosa pubblica). La nuova dimensione sarà una sorta di regime di “referendum permanente”, per ciò che riguarda le attività politiche; e di “amministrazione dal basso” per ciò che riguarda la gestione dei conti di Istituzioni locali e Servizi pubblici).

Questa modalità di Government rappresentativo è indispensabile per affrontare, in modo Democratico (ovvero in modo efficace) i periodi di rapidi cambiamenti come quello attuale, nei quali la situazione contingente cambia già pochi mesi dopo le Elezioni (una efficace gestione “dinamica” del Parlamento è possibile anche grazie agli strumenti illustrati al punto successivo, che permettono al Cittadino di avere un dialogo continuo con il suo Rappresentante).

In questo nuovo contesto il Cittadino prende coscienza del fatto di essere responsabile di ciò che avviene in Parlamento (mentre oggi qualsiasi sforzo di influenzare il Parlamento, al di là delle elezioni, è inutile, nel nuovo contesto diviene chiaramente evidente al Cittadino che il Parlamento si muove in base alle direttive ricevute dai Cittadini: in tale contesto se una persona è insoddisfatta dai risultati dell’attività parlamentare è motivata a documentarsi e ad agire).

Si tratta quindi anche di uno step verso la definizione della Democrazia partecipativa poiché attraverso queste modalità di Democrazia semi-diretta i Cittadini raggiungono il duplice scopo di ottenere la consapevolezza della propria responsabilità per ciò che riguarda la gestione della Cosa pubblica, ed una certa dimestichezza con i meccanismi di Government.

Si noti che attraverso questa nuova modalità di gestione semi-diretta del Government i Cittadini assumono già un ruolo propositivo nei confronti del Parlamento: essi possono non solo revocare il mandato al Rappresentate, o suggerire ad esso azioni politiche. Essi possono anche, attraverso opportuni strumenti (descritti più avanti), proporre leggi (in primo luogo sviluppare idee per la creazione di nuove Leggi) delle quali il Parlamento, in generale, non può non tener conto (in tale contesto, nel caso in cui tali proposte non siano prese in considerazione i Cittadini possono, appunto, revocare il mandato ai rappresentanti responsabili di tale atteggiamento).

Inoltre questa modalità di gestione del Parlamento da parte dei Cittadini rappresenta uno strumento per poter contrastare efficacemente le azioni di opposizione al processo di riforme attuato oggi dalle Istituzioni (ad una azione di “resistenza” da parte della Magistratura, ad esempio, si può lavorare più efficacemente in direzione di una riforma di tale Istituzione: una azione intrapresa da una maggioranza, per quanto relativa, di Cittadini non può essere, in democrazia, ostacolata da nessuna forza politica o Istituzione – con il nuovo sistema si perverrebbe, se non altro, ad una forma accesa di conflitto che metterebbe in risalto, agli occhi dei Cittadini, l’illegittimità delle Istituzioni nei confronti del processo di riforma).

Tale contesto politico rappresenterebbe quindi una passo avanti verso la Democrazia diretta.

Si deve tener conto che nel nuovo contesto tutte le procedure di espressione della Volontà da parte di Cittadini saranno notevolmente differenti rispetto a quelle attuali: e che quindi, tra le altre cose, il costo delle nuove forme di Votazioni (elezione, referendum) sarebbe estremamente inferiore rispetto a quelli attuali (ciò grazie ad almeno due fattori: all’uso delle nuove tecnologie di comunicazione per gran parte delle attività “politiche; e al fatto che le decisioni, nel nuovo contesto partecipativo, riguardano per lo più la dimensione locale).

  •  

affiancamento alla
attività politico-amministrativa locale
di “istituzioni parallele”

Se il processo di interazione dei Cittadini con le Istituzioni nazionali (con i Rappresentati parlamentari) è molto importante in una prima fase di riforma (a tale livello attualmente, senza la possibilità di intervento diretto da parte dei Cittadini, è possibile per le Istituzioni ostacolare efficacemente non solo qualsiasi attività di riforma, ma anche qualsiasi attività politica esercitata dal basso in ambito locale), non bisogna però perdere il focus sulla dimensione locale. Ovvero sull’unica dimensione nella quale si può sviluppare una vero sistema di Democrazia partecipativa, o Federalismo: la dimensione Locale, appunto (ciò è dovuto alla natura stessa della partecipatività: come si è detto in precedenza, è possibile partecipare ad azioni di Government  in modo efficace solo negli ambiti nei quali si può avere esperienza diretta delle questioni sulle quali si vuole intervenire).

Per questa ragione una parte significativa del sistema di eGovernment qui proposto è orientata ad un utilizzo locale (ed ultra-locale): esso permette cioè ai Cittadini di esercitare  azioni sulla gestione politico-amministrativa locale più dirette di quelle che possono essere esercitate in ambito Nazionale (inizialmente sfruttando le opportunità offerte dalle Leggi attuali, e successivamente attraverso nuove procedure politiche di Democrazia partecipativa opportunamente attivate nella fase precedente).

In realtà  nel Sistema non vi è una reale soluzione di continuità tra i due livelli: il Sistema per il Government Locale è solamente molto più complesso e completo dell’altro. In questa parte Locale del Sistema si ritrovano, del precedente, le modalità di dialogo con i Rappresentanti (in questo caso si interagisce con i consiglieri di Regione, Provincia e Circoscrizione); ma qui vi è in più la parte che riguarda il Government locale la quale permette ai Cittadini (che si organizzano in gruppi), di gestire direttamente alcune azioni politiche e di amministrare alcuni Servizi (come previsto dalla Legge).

Come si è detto, le attività qui espletate dai Cittadini sono di due tipi: “politica” (interazione con le istituzioni di “comitati” ultra-locali, e una sorta di regime di “referendum permanente” nel quale i cittadini esprimono le loro opinioni attraverso i sondaggi “certificati” illustrati più avanti). Ed attività amministrativa (amministrazione diretta dei conti di Istituzioni locali e Servizi pubblici).

il Sistema proposto come un laboratorio di partecipazione

L’ambito locale è, appunto, l’unico ambito nel quale si può mettere a punto un sistema di reale Democrazia (l’ambito Nazionale è più che altro importante per preparare le basi per le riforme).

Una Democrazia partecipativa può cioè nascere solo in una condizione di partecipazione attiva da parte dei Cittadini: e la partecipazione attiva può avvenire solamente a livello locale, nel quali i Cittadini vivono una esperienza diretta delle questioni che affrontano (qualsiasi proposta di creare una Democrazia partecipativa, o Federalismo, da parte di pochi, è chiaramente una proposta demagogica).

Sul piano pratico qualsiasi infrastruttura di supporto ad un processo di riforma della Democrazia deve quindi garantire, in primo luogo, la partecipazione dei Cittadini al processo.

Per questa ragione il Sistema di Government qui proposto è in parte costituito da una infrastruttura Web 2.0, ed in parte

  •  da una infrastruttura “materiale” (fatta di elementi come nuovi spazi di incontro che permettono ai Cittadini di migliorare le loro relazioni di vicinato, offrendo una modalità di vita simile a quello della piazza del paese) e

  •  da nuove prassi di Government partecipato (che in un primo tempo sfruttano in modo ottimale le opportunità di partecipazione offerte attualmente dalle leggi, e successivamente si servono di nuovi strumenti politici introdotti con la prima fase del processo di riforma).

Ma uno scopo molto importante di questo Sistema è quello di fungere da “laboratorio” nel quale i Cittadini possono prendere consapevolezza con i meccanismi di Government (e di Politica dal basso”), di cominciare a sviluppare la consapevolezza delle questioni specifiche che li riguardano, e sopratutto di assumere la consapevolezza del proprio potere nei confronti delle cose che li riguardano (fondamentalmente la consapevolezza della condizione Libertà/Responsabilità).

 Sostanzialmente l’utilizzo di un sistema del genere costituisce una sorta di  “stage” nel quale i Cittadini cominciano ad occuparsi direttamente, come ha sempre fatto l’uomo prima del Novecento, delle “cose di casa propria” (risolvere problemi, progettare nuovi servizi e strutture, realizzare nuove modalità di partecipazione, ecc …).

le due aree principali  della Soluzione

 Si prevedono due tipi di soluzioni principali, che permettono ai Cittadini di accedere alla gestione del potere locale attraverso:

  1. la creazione di Istituzioni di Governo locale “parallele” che contrastino l’attuale potere degli organi istituzionali esercitando una “pressione” assolutamente legittima sulle istituzioni attuali (ciò è possibile se si sfruttano intelligentemente alcune opportunità offerte dalle attuali Leggi).  

  2. la creazione di strumenti che permettano ai cittadini di aggregarsi in gruppi di “azione politica”: ovvero di informarsi in modo opportuno, dibattere le loro idee ed aggregarsi attorno ad esse (in micro-partiti monotematici).

Alcune di queste Istituzioni sono riconosciute dalla Legge (si tratta solo di farle funzionare: oggi  le forze politiche ne ostacolano l’utilizzo, nascondendone ai Cittadini l’esistenza e omettendo di creare normative specifiche per la loro applicazione).

Tali Istituzioni vanno da comitati ultra-locali di Cittadini che, una volta costituitisi, possono dialogare con le istituzioni politiche (con varie modalità, come i Referendum locali), ad organi di gestione diretta dell’amministrazione di alcuni servizi locali (amministrazione partecipata).

Accanto alle istituzioni previste per Legge, come vedremo, possono esistere altre istituzioni non necessariamente riconosciute (inizialmente) a livello Istituzionale, la cui forza proviene dal fatto che:

  • in primo luogo nessuno potrà mai negare, in una Democrazia, la legittimità di una espressione (consistente) della volontà dei Cittadini (sostanzialmente tali nuove Istituzioni “parallele” dispongono, in ambito democratico, di una  legittimità maggiore di quella delle Istituzioni attuali).

  • in secondo luogo i Politici attuali sanno che se non danno ascolto alla voce dei loro elettori durante il loro mandato, essi possono essere bocciati alle successive elezioni (in questa nuova modalità di partecipazione dei cittadini al Government locale anche i Partiti politici più importanti possono subire, alle elezioni. debacle notevoli) – per rafforzare la potenzialità del Sistema in questo aspetto, vi è una parte dell’infrastruttura con la quale i Cittadini possono creare “Campagne elettorali” dal basso.

Quindi queste nuove “istituzioni parallele” non fanno altro che prendersi un “potere di fatto” che esse, in un regime di Democrazia,  hanno comunque a livello potenziale.

Forse il problema maggiore in questi casi ce lo si può aspettare da quelle Istituzioni che oggi hanno assunto (illegittimamente) il potere all’interno della Democrazia, come Magistratura e Sindacati. Ma anche per questo caso si prevede, nel progetto, la possibilità di opporre azioni efficaci di contrasto.

Per comprendere come possano essere effettivamente efficaci queste nuove forme di Istituzioni dal basso, è necessario tener contro del fatto nel nuovo contesto di percorso di riforma dal basso della Democrazia i Cittadini si troveranno in una condizione completamente diversa da quella attuale.

Nel nuovo contesto vi sarà infatti, in primo luogo, una informazione di tipo sostanzialmente nuovo.

Una informazione non più monopolizzata dalle forze politiche istituzionali, ma una informazione che permetterà alle persone di approfondire la conoscenza ogni singolo aspetto delle questioni che li riguardano: ovvero di rintracciare facilmente le informazioni più significative su ogni fatto specifico (si tenga conto del fatto che si tratta di un contesto locale, o ultra-locale, per cui le informazioni importanti sono molto ridotte di numero rispetto al contesto nazionale; ed esse  sono anche più facilmente verificabili per esperienza diretta, o per testimonianza di altri Cittadini con i quali si ha un qualche tipo di relazione). E permetterà di confrontare differenti fonti per farsi un’idea non “di parte” di tali questioni, e di dibattere le proprie idee, per mettere a punto “idee comuni”.

In un contesto come questo vi è anche una forte pulsione del cittadino a partecipare alla gestione politico-amministrativa del contesto in cui vive: gli esperimenti condotti sinora dimostrano che nel caso in cui vengano dati in mano ai Cittadini strumenti per gestire le questioni relative al loro territorio, essi si rendano immediatamente conto della responsabilità/potenzialità che essi hanno nei confronti della definizione della qualità della loro vita (in quel caso essi comprendono, come è per i proprietari di un condominio, di essere “padroni a casa loro”, e quindi di doversi occupare direttamente delle faccende che li riguardano). In tali occasioni le persone divengono quindi immediatamente attive nei confronti della gestione politico-amministrativa locale.

Più avanti vedremo come in tale contesto nuove forme di Associazioni di persone sostituiranno gli attuali Partiti politici (essendo esse più legittime di queste ultime).

Uno dei principi istituzionali che nel presente Progetto viene sfruttato in modo ottimale è il Principio di Sussidiarietà (le Direttive internazionali di Enti come l’EU ingiungono alle Istituzioni nazionali di dar spazio alle iniziative dal basso per l’organizzazione dei Servizi sul territorio).

Vi sono altri strumenti forniti dalle leggi attuali che possono essere utilizzati in modo molto utile. Uno di questi è la “class action”, che fornisce ai cittadini un notevole potere nei confronti delle istituzioni (se condotte direttamente contro azioni delle Istituzioni, o contro la gestione  dei Servizi pubblici).

Uno strumento importante è il Referendum locale: vi è già ora la possibilità di indire tale forma di referendum,  la quale può essere potenziata con alcune riforme; un ruolo importante lo possono avere sondaggi-referendum, già utilizzati in alcune nazioni, i cui risultati, pur non potendo essere  riconosciuti direttamente dalle Istituzioni, devono comunque essere presi in considerazione dal Potere politico (tali referendum presentato comunque tutti i crismi degli atti ufficiali, come la raccolta firme “certificate”)

la partecipazione alla amministrazione economica

Una parte importante del Government locale, alla quale è possibile accedere già oggi, è quella della partecipazione alla amministrazione economica delle istituzioni locali (organi politici e servizi pubblici) poiché l’attuale crisi globale costringe le Amministrazioni locali a cambiare radicalmente la modalità di gestione economica delle istituzioni (e tali Amministrazioni non sono intrinsecamente in grado di fare ciò, a causa della incompetenza e della corruzione endemica che le caratterizza).

La situazione contingente di crisi rende quindi assolutamente auspicabile (anche dal punto di vista delle Istituzioni) l’utilizzo di forme di “amministrazione parallela”, dal basso.

Le Istituzioni sono nella necessità di accettare una “collaborazione” dei cittadini, se non altro per una azione di controllo delle spese. Ovviamente esse, prese da questa necessità, accetteranno questa intromissione, senza comprendere a fondo il pericolo per loro rappresentato da questo trend: tali nuove “Istituzioni dal basso”  rappresentano infatti, nel lungo periodo, una leva per scardinare, dal basso, il sistema di Potere centralizzato (ovvero rappresentano un cavallo di Troia che permette ai cittadini di accedere ai meccanismi di  Government istituzionali).

Questo aspetto della crisi attuale, ossia la necessità assoluta di limitare drasticamente le spese pubbliche, è anche il tallone di Achille delle Sinistra: in un Sistema di Open Information le strategie da essa sostenute divengono chiaramente insostenibili (è il problema che sta avendo Obama a metà del suo mandato). Ed in questo nuovo contesto ogni tentativo di ostacolare delle reale riforme, risulta essere, per la Sinistra, un autogol.

Una delle strade più facili per ottenere oggi legittimità di forme di governo parallele di Democrazia Diretta è quindi quella del controllo dei conti pubblici: per questa ragione nel Sistema proposto sono inglobati anche strumenti, che possono, già nell’immediato, permettere ai Cittadini di organizzare dei Comitati di controllo come quelli di “revisione dei conti [vedi più avanti], i quali permettono ai Cittadini di accedere ai conti pubblici (questi ultimi oggi devono essere resi pubblici, e sono già pubblicati in da molti Governi su Internet in un formato “manipolabile” dagli utenti).

A questo proposito interessante il lavoro dell’Istituzione Personal Democracy Forum (PdF), “un pensatoio online globale che ogni anno organizza una conferenza per confrontarsi sul rapporto tecnologia-politica”, il quale si muove a livello Europeo (con conferenze internazionali periodiche).

Antonella Napolitano (PdF):  “sempre più spesso i governi iniziano a mettere online dati legati alla cosa pubblica, in formati che li rendano riutilizzabili in varie forme e per vari scopi” (Formato aperto).  “Il valore di avere a disposizione dati in un formato aperto è cruciale per i cittadini che li utilizzano per creare applicazioni e servizi che danno benefici circoscritti e immediati e li mettono a disposizione di tutti” (Civil Hacking). “L’amministrazione Obama due anni fa ha creato data.gov. In Europa l’iniziativa più interessante in questo senso è quella del governo inglese,  data.gov.uk, coordinata da Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web.” 1 In Italia stanno per essere attivati esperimenti che vanno in questa direzione.

Un provvedimento emesso da Obama è stato  la Open government directive, per il quale ogni amministrazione del governo deve pubblicare  tutti i dati pubblici in suo possesso su internet.

In altre parole: i conti pubblici oggi devono essere trasparenti. E qualora i Cittadini riscontrino irregolarità o utilizzo non ottimale delle risorse economiche possono farlo notare. Si tratta di una forma di ingerenza da parte dei Cittadini nella gestione dell’Amministrazione pubblica che può essere sfruttata al meglio.

Il Sistema qui illustrato dispone di una applicazione la quale permette di rendere i conti pubblici in formato comprensibile per il Cittadino: ogni singola spesa può essere, ad esempio, rapportata al singolo Cittadino (come è già possibile fare in casi simili negli Usa, immettendo nella apposita pagina Internet il proprio reddito e altri dati specifici, il Cittadino viene immediatamente a sapere quanto esso contribuisce realmente per ogni specifica spesa pubblica).

Nell’esercitare questo potere i Cittadini possono, sulla piattaforma Web 2.0, organizzarsi in “Gruppi di lavoro” per azioni specifiche (controllare, fino la dettaglio, gli stipendi dei rappresentati, le spese di un servizio specifico, ecc …) servendosi anche del contributo di esperti del settore. E possono quindi pubblicare i risultati di tali analisi.

I Cittadini possono cioè fari i conti in tasca agli organismi politici ed ai servizi pubblici, costringendoli:

  •  a tagliare le spese (come la ri-asfaltatura delle strade, che in molti casi può emergere essere solo un sistema per finanziare aziende amiche)

  •  ad accettare progetti alternativi (messi a punto dal basso, con altre applicazioni messe a disposizione dal Sistema) ai progetti in programma (con il Sistema di “Concorsi aperti”)

Il Sistema illustrato in questo documento presenta un altro settore (intimamente integrato con il settore di Government appena descritto) che è finalizzato allo sviluppo delle altre azioni di deliberazione del Cittadino (strumenti che permettono ai cittadini di informarsi, dibattere, riunirsi in gruppi).

Ricordiamo che l’espressione “esecutiva” della Volontà del Cittadino (ad esempio il Voto) non è che l’ultima fase del processo deliberativo, il quale si basa, nel suo sviluppo fisiologico, su fasi precedenti importanza fondamentale: Corretta Informazione (determinante perchè il Cittadino si possa fare una idea circostanziata delle questioni che vanno affrontate) – Dibattito pubblico aperto (perchè le idee individuali possano divenire idee comuni, ed essere quindi utilizzate in sede politica) –  creazione di gruppi di attività (per portare avanti le Istanze politiche messe a punto nelle fasi precedenti).

Il Sistema qui proposto prevede, appunto, strumenti applicativi (di uso estremamente facile: “a prova di bambino”) che permettono ai cittadini di accedere alle funzionalità che caratterizzano tali fasi.

Tali strumenti sono descritti in altre parti del documento.

strumenti di “innovazione”
della burocrazia

E’ emerso chiaramente che una delle forme più ostinate di opposizione alle riforme è rappresentata dalla Burocrazia (la quale rappresenta ormai un Potere a se molto forte).

E’ quindi impossibile cambiare l’attuale Sistema democratico se non si risolve questo problema specifico.

Per questa ragione si prevede di creare un sistema di interazione e controllo nei confronti della Burocrazia.

Questo Sistema ha sostanzialmente le seguenti finalità:

  •  agevolare la vita pubblica dei Cittadini, oggi oppressa in larga misura dagli adempimenti burocratici (in particolare nel mondo del Lavoro) rendendo più accessibile la Burocrazia – il Sistema prevede:

  •  la possibilità di contrastare forme di inefficienza specifiche – su una apposita bacheca del sito i Cittadini possono segnalare i “nomi e cognomi” (che i servizi burocratici sono tenuti a dichiarare) degli operatori “inadempienti”; e possono anche riunirsi in varie forme di azione contro di essi (ad esempio: Class action).

  •  la creazione di servizi “alternativi” dal basso che rendano più agevole l’espletamento delle pratiche Burocratiche (Onlus o vere e proprie Imprese)

  • contrastare, appunto, l’azione di “resistenza” al processo di riforme da parte della Burocrazia.

  •  

Utilizzando questo sistema che permette ai Cittadini di interfacciarsi con i meccanismi della Burocrazia, essi possono rendersi conto dei vari problemi specifici che la affliggono (i Cittadini sono in qualche modo costretti ad utilizzare lo strumento tutte le volte che devono servirsi della Burocrazia).

 I Cittadini, in questa nuova  situazione, sono spinti ad attivarsi per correggere le storture specifiche del sistema. Ed a proporre soluzioni alternative (i problemi specifici dei meccanismi della Burocrazia sono così gravi che qualsiasi Cittadino  è in grado di suggerire alternative).

Con il tempo si può, su questa strada, arrivare a definire, dal basso, una riforma sostanziale del sistema.

La Piattaforma permette di isolare i casi specifici, e creare dibattiti su di essi (ogni caso viene ad essere documentato nel dettaglio, con i nomi dei responsabili).

Il Sistema permette anche di attivare Class action nei confronti dei responsabili dei problemi specifici della Burocrazia (e, ovviamente, di tutti i livelli gerarchici superiori – in questo caso emergono anche le  responsabilità politiche del malfunzionamento dell’apparato burocratico).

LO SVILUPPO GRADUALE
DEL PROGRAMMA:
le due fasi

Come si è già accennato, il percorso di trasformazione della attuale Democrazia rappresentativa in una reale Democrazia partecipativa (o Federalismo) va sviluppato in modo graduale.

Si tratta di un percorso dal basso, ovvero di un progetto che deve essere a punto dalle “singole persone”.

Come si è detto, non esiste, fortunatamente, nessun codice, nessuna teoria “già pronta” per ciò che riguarda la riforma del nostro sistema Democratico che sia in grado di tener conto dei problemi emersi negli ultimi anni (come la crisi economica che colpisce attualmente l’Occidente), o che prenda in considerazione, con la dovuta cognizione di causa, le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie di Comunicazione interattiva (le soluzioni tecnologie attualmente prospettate sono limitate da un approccio progettuale obsoleto, che non permette un reale sfruttamento di tali potenzialità).

Essendo un processo che deve essere gestito in primo luogo dalle persone, in esso i Cittadini devono in primo luogo assumere una forma mentis adatta (oggi lontana dall’essere realizzata).  Le due precondizioni fondamentali sono infatti: i Cittadini devono

  •  avere una corretta consapevolezza del loro ruolo di Libertà/Responsabilità all’interno del Sistema democratico (ovvero devono comprendere la necessità di ricoprire un ruolo attivo nella gestione della cosa pubblica)

  •  raggiungere un  discreto livello di confidenza con i meccanismi di Government.

Si tratta quindi di attivare un processo evolutivo, ovvero un processo basato inizialmente su una struttura “neutra”: priva di contenuti, i quali saranno sviluppati, via via, con il metodo “growing by doing” (ossia con una messa a punto dei contenuti che si basa su tentativi di applicazione di idee specifiche, e successiva correzioni degli errori).

Si tratta cioè di mettere in piedi un laboratorio nel quale, appunto, le persone cominciano a prendere coscienza dei problemi del Sistema attuale, e a prendere confidenza con i meccanismi di governo della comunità. Ma anche ri-prendere contatto con forme di esistenza più umane (a recuperare la tradizionale condizione perduta nella attuale situazione di vita nel sistema Democratico assistenziale).

Per questa ragione il presente Progetto prevede due fasi principali di sviluppo (in realtà non vi è una vera soluzione di continuità tra le due fasi: si tratta più che altro di una suddivisione logica dei vari step per esporre in modo più chiaro il Progetto).

Si individuano cioè:

  • una prima fase nella quale i Cittadini si muovono come in uno “stage” nel quale essi prendono confidenza con le nuove condizione esistenziali (nuovi tipi di relazioni sul territorio; gestione in prima persona di alcune semplici faccende di pura Amministrazione a livello locale; organizzazione dal basso, a livello di vicinato, di nuove forme di servizio in alternative a quelli pubblici, ecc …). Una fase quindi “sperimentale”, con azioni decisamente “indirette” di Government. In questa fase vi sarà anche importante azione di contrasto alle resistenze dalle Istituzioni – ed eventualmente di creazione di movimenti politici (come il Tea party).

  • una seconda fase di riforma più sostanziale del Sistema democratico, che sarà possibile solamente quando i cittadini avranno guadagnato sia una maggior dimestichezza con la nuova realtà di Government dal basso; e saranno quindi in grado di esprimere con maggior forza (una elevato livello di legittimità)  la loro volontà (a quel punto si potranno cioè fare le vere riforme della Democrazia, che sono, appunto, riforme dal basso).

::fase UNO
  • importante:  già da nelle primissime fasi di sviluppo del nuovo percorso di riforma sono i Cittadini a “progettare” il “Sistema” sia come infrastrutture sia come procedure. Ciò che si può pre-definire inizialmente, in un processo che deve essere rigorosamente sviluppato dal basso, è solo:

  • un sistema di “informazione corretta” (oggi totalmente assente) che faccia comprendere ai Cittadini:

  • che la responsabilità dei problemi da parte della classe politica da loro sostenuta (e quindi le loro potenzialità di intervento sul Sistema)

  • l’endemicità dei problemi attuali (il fatto che il nostro Sistema è intrinsecamente errato: che l’errore è nell’impostazione di fondo, e che è quest’ultima che va cambiata).

  • che vi sono delle opportunità di azione offerte dal Sistema stesso.

  • una infrastruttura di Government “neutra”, che permetta di sviluppare qualsiasi tipo di idea o di azione.

Nella prima fase non sono necessarie nuove Leggi (quelle attuali, utilizzate al meglio, permettono già di intervenire in modo efficace). E non è nemmeno necessaria una infrastruttura tecnologica molto complessa: serve semplicemente una piattaforma “digitale” che può essere attivata in brevissimo tempo.

In questa fase vengono sviluppate soluzioni innovative in due direzioni:

  • una infrastruttura tecnologica  di comunicazione  interattiva con le funzionalità di:

  • informazione/comunicazione per canali “testuali” (tipo quotidiani online) e per Web Tv e Radio (Open Information e Dibattiti)

  • sia per utenze professionali  (editori che vogliano trasferire parte della loro attività sul Web – si tratta di soluzioni decisamente più evolute rispetto a quelle che si vedono attualmente sul Web)

  • sia per utenze User: quotidiani Web e Web TV sono estremamente facili da creare e da gestire anche per utenti normali.

  • aggregazione di persone in Associazioni di Cittadini che si attivano per azioni “politiche” (anche Class action), di Government del territorio, Amministrazione di servizi pubblici (laddove è previsto dalla legge) e di progettazione ed organizzazione di nuovi servizi di pubblica utilità (è possibile, sulla piattaforma, attivare nuovi business, e quindi migliorare la situazione del mondo del lavoro).

  • definizione di nuovi modi di vivere la città (in primo luogo una nuova vita di vicinato) con la definizione di nuove “strutture materiali”. Si delineano le basi per sviluppare un nuovo modello di vita che riprenda, pur mantenendo molti aspetti delle “conquiste” della modernità, le modalità di vita della comunità tradizionale dell’uomo (vedi, ad esempio, il progetto complementare di “Sistema di mobilità sostenibile”, nel quale si propone un modo di circolare nei centri urbani, con l’utilizzo di una nuova infrastruttura digitale di regolazione del traffico, e un veicolo elettrico dalla caratteristiche “rivoluzionarie”).

  •  
::fase DUE

Dopo che i Cittadini nelle prima fase avranno migliorato il loro livello di consapevolezza rispetto alla questione delle loro responsabilità sociali, e si saranno impratichiti delle questioni di Government, sarà possibile passare ad una fase di realizzazione di una Democrazia partecipativa più compiuta.

In questa nuova fase vi sarà una piattaforma tecnologica più evoluta. E si passerà, grazie al nuovo livello di potere di cui i Cittadini in questo caso disporranno, a nuove riforme del Sistema della Democrazia.

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PROGETTO
DEMOCRAZIA DEI CITTADINI
A LIVELLO LOCALE
(da subito)

LO SVILUPPO DI
UN NUOVO PERCORSO DI PARTECIPAZIONE

Lo sviluppo di ri-democratizzazione della Democrazia italiana qui delineato è

un percorso di partecipazione dei cittadini
al governo della comunità locale
che, sviluppato nel tempo, finisce per essere
un percorso di riforma dello Stato nazionale.

Ovvero, si pensa che l’unico modo di riformare una Democrazia come quella italiana, nella quale ormai si sono consolidati, al punto da non poter essere più controllati, i Poteri centrali (dei Professionisti della politica) e dei nuovi “poteri paralleli”, non possa che essere praticato  “dal basso”, e quindi da un ambito locale (si tratta, si noti, tra le altre cose, dell’unica vera modalità democratiche per riformare un sistema).

Si tratta di un percorso che può essere definito come Rivoluzione dal basso, o Rivoluzione Democratica (termine che ha però, in questo caso, un significato opposto a quello di Sinistra: non è una Rivoluzione in quanto rottura con il passato, ma è invece una “innovazione-conservatrice”, che con la quale ci si impone di migliorare le cose nel rispetto della tradizione).2

Il progetto di questo percorso “dal basso” di Riforma della Democrazia si basa su almeno due considerazioni:

  •  è l’unico percorso efficace perchè esso permette alla Democrazia di funzionare finalmente secondo i suoi Principi di base (solo dai Cittadini può venire la risposta “quali sono i bisogni sostanziali che vanno soddisfatti dal Sistema sociale?”). Ed è un percorso legittimo, che nessuno può contrastare efficacemente (le infrastrutture offrono strumenti di aggregazione di Cittadini, ma anche di Professionisti come avvocati, che permettono di neutralizzare gli eventuali “attacchi” di Partiti politici e Magistratura).

  •  il “Sistema” messo a punto dalla attuale “Politica” presenta un punto debole: per necessità demagogiche è stata lasciata la possibilità ai Cittadini di partecipare alle attività politiche locali. Possibilità che è rimasta inutilizzata per la mancata conoscenza, da parte dei Cittadini, del funzionamento di tali meccanismi. Questa caratteristica del nostro Sistema democratico rappresenta,  appunto, una potenziale una porta di ingresso dalla quale i Cittadini possono entrare per cominciare ad inserirsi nelle questioni di gestione politico-amministrative locali.

la “back door”3:
gli attuali strumenti di Partecipazione

L’opportunità è notevole: le Istituzioni hanno involontariamente creato quella che gli Hacker informatici chiamano una “back door”: una porta di servizio che essi creano nel software del Cliente attraverso la quale possono entrare nel sistema per modificarlo.

Sostanzialmente  le Istituzioni democratiche sono state costrette a lasciare, loro malgrado, una “Porta aperta” alla partecipazione dei Cittadini (sono state costrette a farlo per salvare le apparenze di una Democrazia gestita quasi esclusivamente dall’alto). Ci si è probabilmente basati sull’idea che tale apertura non potesse essere, di fatto, utilizzata (infatti oggi gli strumenti offerti dalla legge non sono utilizzati: con scuse di ogni genere si rimandano i piani attuativi locali).

In realtà il caso è ancora peggiore: la  Sinistra si sta appropriando di questa apertura verso il basso, interpretando gli strumenti ad essa correlati in modo da trasformarli nel loro opposto (come già aveva fatto con le Regioni): una serie di strumenti che vengono utilizzati come mezzi di controllo del territorio e di propaganda politica da parte dei Partiti di sinistra.

In ogni caso questi strumenti rappresentano un elemento di debolezza della attuale Democrazia rappresentativa: cominciando di lì, sfruttando al massimo le opportunità da essi offerta, è possibile offrire ai Cittadini nuove forme di partecipazione al Government locale.

L’ingresso effettivo dei Cittadini nella gestione politico-amministrativa locale non è però semplice: essendo questi strumenti politici creati per rimanere sulla carta, è necessario lavorare  non poco per poterli far funzionare.

Si tratta però di un approccio possibile poiché è, di fatto, previsto dalla Legge: se oggi tali strumenti di partecipazione sono praticamente inutilizzabili è per il semplice fatto che non vengono portati a conoscenza dei Cittadini, e che gli Enti locali omettono di creare delle norme attuative che possano renderli effettivamente operativi.

In un contesto come quello previsto dal presente Progetto, i Cittadini, opportunamente informati, e organizzati in “gruppi di pressione”, non possono avere grossi problemi a farli funzionare (va segnalato che in Italia, in ogni caso, alcuni movimenti piuttosto organizzati stanno già battendo questa strada, pur non essendo ancora dotati di strumenti di Open Politics).

le qualità fondamentali  del processo

La Leggi italiana riconosce due principi fondamentali che possono agevolare una processo di riforma dal basso (legati a specifici strumenti politici dal basso):

  • trasparenza delle Istituzioni nei confronti dei Cittadini, e

  • partecipazione degli stessi nella gestione politico-amministrativa delle questioni locali (i punti sono approfonditi più avanti).

1. trasparenza

Quindi sfruttando il principio della Trasparenza delle Istituzioni i Cittadini possono, attraverso un sistema di Open Information come quelle qui prospettato, crearsi una buona consapevolezza di ciò che riguarda la gestione politico-amministrativa della propria area di residenza (tipo di consapevolezza che è la base di qualsiasi processo di riforma dal basso). Essi possono cioè comprendere la qualità dell’attività politica esercitata dalle Istituzioni (e nello stesso tempo prendere confidenza con i meccanismi di governo della Comunità locale).

In questo modo i Cittadini possono partecipare, sia pur in modalità ancora passiva, in modo quasi totale alla gestione delle faccende politico-amministrative locali.

Un punto che può risultare essere fondamentale: i Cittadini in questo contesto possono fare i conti in tasca alle Istituzioni, ed ovviamente rilevare l’eventuale presenza di spese “non strettamente necessarie”; che oggi rappresentano, molto probabilmente, la maggior parte delle spese operate dagli Enti Locali (come si è detto, le persone possono rendersi direttamente conto, appoggiate da reports di “esperti” che si esprimono sul sistema di Open Information,  dell’inutilità di spese come quelle di riasfaltatura di strade ancora in ordine, della sostituzione di semafori che funzionano perfettamente, poiché per loro, in questo caso, si tratta di questioni “sotto casa”).

Si tenga conto del fatto che in presenza di una infrastruttura di Open Politics (che comprende strumenti di Open Information) i Cittadini sono in grado i “ricanalizzare”, e quindi di diffondere sul larga scala ed in modalità assolutamente comprensibile anche per il pubblico meno esperto, le informazioni riguardanti l’amministrazione del territorio.

2. partecipazione: interazione con le Istituzioni locali

Oltre alla Trasparenza delle Istituzioni, la Legge italiana prevede anche la possibilità per il Cittadino di partecipare alla gestione di alcuni Servizi pubblici. In base a questo principio  generale sono stati creati strumenti politici dalle elevate potenzialità per il Cittadino (il quale può partecipare ad alcuni tipi di “Consigli di amministrazione” dei servizi pubblici locali, o indire una sorta di Referendum locale sia per abrogare Leggi locali, si per proporne di nuove).

il nuovo trend di partecipazione

Oggi, in realtà, sono già molti, in ogni parte del Mondo, gli esperimenti di Trasparenza e Partecipazione dei cittadini alla gestione di attività Istituzionali. Molti sono anche sul territorio italiano: è possibile quindi organizzare un network tra questi “laboratori” che permetta di sviluppare rapidamente nuovi modelli di azione e di infrastrutture tecnologiche. E che permetta inoltre di rendere molto più efficaci tali strategie di riforma (di attribuire a tali strumenti un maggior peso politico).

Questo trend è generato tanto dall’alto (Istituzioni globali e nazionali), quanto dal basso (dai Cittadini che si muovono spontaneamente per organizzare azioni in questa direzione: sopratutto dopo lo scoppio della attuali crisi globale, visto che le Istituzioni dimostrano di non essere in grado di risolvere in modo sostanziale).

Da un lato infatti le Istituzioni si sono rese conto che il sistema di Democrazia rappresentativo con il tempo ha finito per creare un distacco degli organismi governativi dai reali problemi del Paese (per non parlare di clientelismo e corruzione) e che quindi, a causa dell’attuale autoreferenzialità del Sistema, il problema non può essere risolto “dall’alto”.

E dall’altro i Cittadini cominciano a percepire, a causa di una notevole degenerazione dei problemi sociali tradizionali, che la situazione è divenuta insostenibile (inefficienza dei Servizi, costi esorbitanti, mancanza di sicurezza, qualità della vita sotto i livelli accettabili, ecc …). Sopratutto i Cittadini cominciano a comprendere che è necessario intervenire in prima persona, urgentemente, per arginare il processo degenerativo.

gli esperimenti attuali

Tra gli “esperimenti” in atto alcuni, in realtà, funzionano egregiamente da secoli, come quello della Democrazia Svizzera e quello dei Town Meeting americani (di cui si parla in altro punto del documento).

Vi sono altri  casi più recenti, che si basano sulla possibilità di affiancare agli “strumenti tradizionali” offerti dalle Leggi Nazionali ai nuovi strumenti di comunicazione interattiva basati sulle nuove tecnologie di comunicazione interattiva.

In alcune Nazioni tali strumenti hanno permesso anche di creare Partiti politici ad hoc, che hanno ottenuto seggi in Parlamento.

I molti esperimenti locali (anche in Italia) cominciano a dare risultati immediatamente pratici poiché riescono a sfruttare in modo ottimale le opportunità offerte dalla Legge, come i referendum locali o l’amministrazione partecipata. Ciò è possibile grazie alla forza che tali esperimenti traggono dalla loro intrinseca legittimità: le Istituzioni (e le forze politiche “parallele”) non possono negare la democraticità di interventi dal basso (le forze politiche non possono ostacolare più di tanto tali iniziative, per non subire debacle al momento delle Elezioni).

Per sfruttare questa opportunità di riformare la forma attuale di Democrazia si tratta quindi:

  •  di integrare il meglio di tali esperienze dal punto di vista delle infrastrutture tecnologiche in modo da fornire nuove possibilità di azione ai Cittadini (di informarsi, dibattere, organizzarsi e produrre un effettivo Government, prima indiretto e poi diretto).

  • di creare un network (trasversale e “interlocale”; ed anche internazionale) che possa dare un forte impulso (ed una accelerazione) allo svilupparsi del trend di riforme dal basso della Democrazia.

LE CIRCOSCRIZIONI

[ vedi anche documento “Circoscrizione online”, che può essere richiesto a iniziativadalbasso@gmail.com ]

Lo “strumento” più importante per iniziare a riformare dal basso, a livello locale, l’attuale Democrazia rappresentativa è la Circoscrizione (o meglio tutte le regole istituzionali ad esso legate), che può essere trasformata in una vero “parlamento locale” (qualsiasi Cittadino può presentarsi alle elezioni – esse sono istituzioni  “aperte”, ovvero prevedono la partecipazione dei Cittadini alle riunioni di consiglio – ed anche l’integrazione verso il basso con associazioni di cittadini di vario genere).

Le Circoscrizioni  sono dotate di poteri non indifferenti che, in un contesto di accorto sviluppo delle sue qualità di Democrazia diretta, possono avere un peso notevole nella gestione del governo del Comune (oggi la mancanza di consapevolezza di tali strumenti, e la loro monopolizzazione da parte dei Partiti politici, nel limita di molto l’efficacia: in realtà essi presentano potenzialità molto interessanti, in gran parte mai sviluppate).

Ripetiamo: qualsiasi tentativo di riforma all’interno dell’attuale Sistema di pseudo-democrazia partecipativa è una pura illusione, poiché in questo contesto vi sono due criticità di fondo che ne impediscono l’attuazione: l’inconsapevolezza di gran parte dei Cittadini di quali sono le effettive regole della Democrazia, e la resistenza delle Istituzioni che sono in grado di creare una insuperabile barriera difensiva utilizzando le Leggi sostanzialmente anti-democratiche sin qui emanate (e di creare, inoltre, consenso di parte della popolazione sostanzialmente inconsapevole dei propri diritti).

L’esistenza dei poteri previsti dalle Legge per i Cittadini a livello di Circoscrizione permette, nel percorso di riforme dal basso, di snobbare l’utilizzo degli scarsi strumenti di partecipazione al Consiglio comunale. La “Rivoluzione democratica” può infatti avvenire portando il focus delle attività “politiche” dal basso a livello di Quartiere, sia operando in modo  da creare forme di potere effettivo a tale livello (utilizzando al meglio gli strumenti messi a disposizione dei Cittadini dalla Legge), sia facendo in modo che, attraverso questo percorso di partecipazione, si crei nei Cittadini la consapevolezza delle loro potenzialità nella gestione delle cose che li riguardano.

Solo in un secondo momento, quando, avendo saputo sfruttare al massimo le opportunità concesse dall’attuale configurazione dei poteri ultra-locali, si saranno consolidati a sufficienza i poteri “dal basso” (al punto da poter contrastare efficacemente i poteri istituzionali centralizzati) si potrà pensare di portare la trasformazione delle Istituzioni a livelli superiori (Comunale, regionale, Nazionale), per cambiare  ulteriormente le cose a favore del regime partecipativo.

i poteri delle Circoscrizioni  (da sfruttare)

La Legge riconosce la validità delle Circoscrizioni in quanto espressione della volontà del Cittadino (fonte: regolamento comunale di Udine):

“Le circoscrizioni, parte integrante del Comune,  rappresentano l’espressione della volontà democratica dell’amministrazione, esercitano funzioni di promozione avendo come fine la costruzione di un rapporto tra le esigenze della popolazione, la gestione della città e la crescita della partecipazione. I consigli circoscrizionali sono organi di Rappresentanza partecipata dei cittadini.”

Vediamo alcune potenzialità di tale strumento.

ESTENSIONE DEI POTERI DELLA CIRCOSCRIZIONE
VERSO L’ALTO E VERSO IL BASSO

Alle Circoscrizioni le Leggi riconoscono la possibilità di estendere i loro poteri:

  • verso l’alto (possibilità di intervenire nella gestione del Government a livello superiore) e verso il basso  (un allargamento verso il basso della partecipazione, con la legittimazione della partecipazione di gruppi di cittadini di vario tipo alla gestione del governo locale)

  • con una gestione diretta di alcuni servizi da parte del Consiglio di Circoscrizione.

::verso l’alto

Verso l’alto è prevista una facoltà consultiva nei confronti dell’attività del Comune:

 “Essi  rivestono un proprio ruolo politico propositivo e consultivo nella formazione degli indirizzi e delle scelte dell’amministrazione comunale nel suo complesso.”  (Udine)

I consiglieri di Circoscrizione, tra le altre cose,

“Hanno il diritto di ottenere dal Comune e dalla  propria Circoscrizione tutte le informazioni da questi possedute utili all’espletamento del proprio mandato e riguardanti il territorio di competenza.

I Consiglieri circoscrizionali hanno diritto di interrogazione, interpellanza, mozione, emendamento.“

E’ inoltre  prevista la creazione di un “ufficio di coordinamento” delle Circoscrizioni, che può, nella sostanza, funzionare da “governo federale” delle Circoscrizioni.

::verso il basso

E’ prevista la possibilità di integrazione delle Circoscrizione con gruppi di cittadini organizzati:

Il consiglio circoscrizionale può stabilire rapporti con gli organismi di partecipazione, con le associazioni sportive, culturali, di volontariato e di categoria, con le istituzioni scolastiche del proprio territorio al fine di promuovere la partecipazione dei cittadini, singoli o associati, alla formazione delle scelte, con particolare riferimento alle materie delegate.“ (Udine)

Ma anche:

“Il consiglio circoscrizionale può dotarsi di uno specifico regolamento contenente le norme di svolgimento delle sedute e di funzionamento delle commissioni.“  (Udine)

E’ inoltre possibile, tra le altre cose, di indire referendum tra gli abitanti dell’area.

GESTIONE DIRETTA DI ALCUNI SERVIZI

Alle Circoscrizioni è affidata la gestione di alcuni servizi e strutture sul territorio specifico (con definizione di strategie e di amministrazione delle spese):

“Alle circoscrizioni è affidata la gestione dei servizi e delle strutture di base, nonché l’esercizio di funzioni delegate dal comune.“   (Udine)

La Circoscrizione “esercita funzioni deliberative, nell’ambito del  budget finanziario ad esso assegnato, e di indirizzo nelle seguenti materie:

1) promozione e realizzazione di attività culturali, ricreative e sportive di circoscrizione;

2) sportelli polifunzionali della circoscrizione;

3) utilizzo dei locali della circoscrizione e di altri locali esistenti sul territorio della circoscrizione per attività di partecipazione, di associazionismo e culturali ricreative, nel  rispetto dei regolamenti;

4) gestione con le modalità del regolamento comunale degli impianti sportivi attribuiti ad ogni circoscrizione; “

Vi sono inoltre altre istituzioni previste dalle leggi che possono essere utilizzate in modo molto proficuo (come i Vigili di quartiere).

L’obiettivo del percorso di riforma della Democrazia qui illustrato è di riuscire ad ottenere, non appena raggiunto un certo sviluppo dei “poteri di fatto dal basso”, nuovi strumenti di partecipazione effettiva a livello ultra-locale – ricordiamo che il Sistema di Open Politics qui definito permette una forte azione di pressione da parte dei Cittadini, pressione la cui legittimità, superiore a quella dell’organo più “astratto” del Consiglio comunale (non sostenuto direttamente dai Cittadini, come avviene, nel nuovo contesto, per la Circoscrizione), nessuno può mettere in dubbio. Si tratta magari di strumenti apparentemente privi di una grande importanza, ma che, se utilizzati nel modo opportuno, possono apportare un contributo determinante al processo di sviluppo della Democrazia partecipativa.

i livelli di partecipazione

Vediamo, un po’ più nel dettaglio le caratteristiche della partecipazione del Cittadino al potere locale  (più avanti vi è un ulteriore approfondimento).

::A  livello  comunale

A questo livello, in realtà, come si è detto, la partecipazione dei Cittadini assume una importanza secondaria, poiché il processo di trasformazione delle istituzioni attuali può più facilmente avvenire dal basso (è molto più importante cominciare ad estendere verso il basso, come previsto dalla Legge, l’attuale raggio di azioni delle Circoscrizioni). Ma, ovviamente, i poteri concessi dalla Legge ai Cittadini a livello Comunale devono comunque essere utilizzati nel miglior modo possibile, in primo luogo per contrastare resistenze ai cambiamenti da parte delle Istituzioni Locali.

Sarà piuttosto necessario agire sin dai primi tempi a livello parlamentare per poter ottenere uno slittamento di alcuni poteri oggi detenuti dai Comuni verso le Circoscrizioni.

Attualmente comunque le leggi permettono ai Cittadini di seguire l’attività degli organi politico-amministrativo Comunali (Consiglio, Società pubbliche, Commissioni consiliari  e Giunta): controllando e dibattendo.  

Sostanzialmente il Comune è tenuto ad osservare:

  • la dovuta trasparenza nelle sua azioni: è necessario ottenere da ogni Comune la massima trasparenza delle rendicontazioni di tutti i settori (per effettuare una sorta di revisione fiscale dal basso).

  • la dovuta partecipazione, che se pur non efficace a livello deliberativo, non può essere snobbata dalla Istituzioni – importante è il “diritto di tribuna”, ovvero il diritto dei Cittadini di assistere alle riunioni del Consiglio comunale, che può essere estesa con Web cam; ma anche di interrogare il Consiglio (Questione time).

E’ probabilmente possibile utilizzare in modo migliore la figura del Difensore civico comunale.

::A livello di Circoscrizione

La partecipazione è possibile, appunto, attraverso la “back-door” lasciata aperta dalle Istituzioni: le Circoscrizioni ed i Quartieri (ma sarà ancor più efficace operare a livello ultra-locale).

A questi livelli le Leggi permettono una maggior accessibilità dei Cittadini al Government: possibilità di dibattito, di verifica delle amministrazioni specifiche, di indire referendum ultra-locali, ecc …

Anche se attualmente l’accesso dei Cittadini è  limitato alle poche tipologie di Istituzioni politiche e di Enti pubblici di competenza delle Circoscrizioni, è probabilmente possibile ottenere pian piano uno slittamento di Istituzioni e Servizi comunali verso la dimensione di Quartiere (ovvero sarà possibile, di conseguenza, attribuire maggior potere ai Cittadini).

Alcuni elementi di partecipazione che possono essere utilizzati (e migliorati) [per ognuno dei punti seguenti è sviluppato, nel Progetto, uno strumento apposito]:

  • partecipazione ai Consigli  e alle varie attività Istituzionali della Circoscrizione dei rappresentati di Associazioni locali – e partecipazione “aperta” ai Consigli e alle attivitè a tutti gli abitanti (con strumenti Web 2.0)

  • prassi istituzionali come: Deleghe, “progetti obiettivo”; e altri istituti di partecipazione: consulte, libere forme associative e organismi di partecipazione, istruttoria pubblica, istanze e petizioni, proposte di iniziativa popolare, referendum comunale. (è possibile, come vedremo, creare sondaggio-referendum di quartiere).

  • possibilità di curare (e verificare) il bilancio partecipativo

  • possibilità di curare il rapporto verso l’alto, con il Comune (Comitati di cittadini che presentano proposte al consiglio comunale – Coordinamento delle Circoscrizioni come “governo federale” dei Quartieri)

  • possibilità di sfruttare le opportunità di partecipazione alla gestione amministrativa dei servizi: anche se non a livello Istituzionale, utilizzando le rendicontazioni “in tempo reale” (o per lo meno in “tempo utile”), è possibile mettere il naso e impedire errori, e, grazie ai “gruppi di progetto” organizzati con gli strumenti Web 2.0, proporre alternative irrinunciabili (per i benefici riconosciuti dai cittadini, il costo decisamente minore, ecc …).

  • possibilità di utilizzare in modo “creativo” alcune istituzioni come quella del Difensore civico (in realtà gran parte del sistema proposto è una sorta di “Difensore civico collettivo”).

Nel presente progetto sono appunto sviluppati strumenti (sostanzialmente basati sulle nuove tecnologie di comunicazione interattiva) che permettono di sfruttare al meglio gli elementi esposti.

Il problema attuale è infatti la scarsa accessibilità degli strumenti di partecipatività previsti dalle Leggi. Ma con nuovi sistemi che permettono di diffondere in modo capillare l’informazione (si tratta di Open Information, ovvero canali mediatici organizzati dal basso), e con nuovi strumenti di eGovernment definiti nel presente progetto sarà possibile, per i Cittadini, organizzati in gruppi, espletare azioni come verificare specifiche azioni delle Istituzioni (vedi lo strumento di “revisione dei conti”, che permette di analizzare ogni spesa delle Istituzioni politiche e degli Enti pubblici); esprimere opinioni e dibattere questioni (vedi soluzioni di Citizien Journal e Blog-Forum evoluti), effettuare votazioni (le quali, anche se non ottengono il riconoscimento del potere deliberativo da parte delle Istituzioni, finiscono con avere un peso determinante sulle decisioni delle Istituzioni).


1  I testi dall’Intevista ad Antonella Napolitano: http://www.loccidentale.it/articolo/intervista+personal+democracy+forum.0096486

2  Vedi Capitolo XXX e documenti: La Manipolazione delle Masse, XXX

3 Porta sul retro, o porta di servizio.

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